Variante Gryphon, da qui il nuovo contagio cinese. Paura di un ceppo estraneo ad Omicron

In Cina, la sottovariante XBB.1.5 del virus SarsCoV2 è nota anche come "Gryphon". E' lei ad essere prevalente. Si teme però che possa arrivare una nuova variante non "figlia" di Omicron. Variante che (sono solo ipotesi) potrebbe bucare del tutto le protezioni offerte dai vaccini e dalle precedenti infezioni.

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Dicembre 2022 - 10:06 OLTRE 6 MESI FA
cina passeggeri ansa

Passeggeri cinesi in arrivo negli aeroporti italiani (foto Ansa)

La sottovariante XBB.1.5 del Covid che ha causato la nuova ondata di contagi in Cina si chiama “Gryphon”. Proviene dalla famiglia di Omicron ed è in circolazione dall’ottobre scorso, ma c’è il timore che con Omicron non abbia nulla a che vedere, stessa famiglia ma ceppo diverso. Aiutata dall’allentamento delle restrizioni è lei, “Gryphon”, ad aver giocato un ruolo importante nello spingere sempre più in alto contagi e ricoveri. Nei primi due anni di pandemia le “varianti di preoccupazione” appartenevano a ceppi diversi (ricordate Alfa, Delta, Beta poi Omicron). Nell’ultimo anno, invece, si sono sviluppate solo sottovarianti di Omicron. Il problema è che in Cina, a causa della circolazione del virus così elevata, potrebbe effettivamente nascere una variante completamente nuova e molto distante dal ceppo Omicron. Addirittura (ma non è detto) capace di superare la protezione offerta dai vaccini in uso.

Variante “Gryphon”, è lei ad aver spinto in alto i contagi in Cina

Al momento non ci sono però certezze dato che i dati scientifici forniti dalla Cina sono pochi. Poche anche le sequenze genetiche del virus depositate nella banca internazionale Gisaid. Il virologo Francesco Broccolo  dell’Università del Salento spiega che in Cina “sta accadendo qualcosa di molto importante. Il numero di decessi per Covid è incontrollabile e finora si è solo accennato alla possibilità che circolino una o più nuove varianti”. Al momento l’attenzione si concentra quindi su “Gryphon”,

Uno “sciame” di sottovarianti

In Cina ci sarebbe stato in queste settimane un vero e proprio “sciame” di sottovarianti. “Gryphon” sta però rapidamente sostituendo tutte le altre sottovarianti. E XBB è già uscita dai confini cinesi dato che si è diffusa in tempi rapidi in almeno altri nove Paesi. Tra questi sei sono europei e c’è l’Italia. Da noi infatti, al 27 dicembre costituiva l’1,82% del virus SarsCoV2 in circolazione. La XBB è stata rilevata anche in Francia (1,22%), Belgio (4,56%), Germania (2,05%), Spagna (2,61%) e Regno Unito (5,44%). Fuori dall’Europa è presente in Australia (3,33%), Canada (1,93%) e Stati Uniti (13,42%). A New York, in tempi recenti c’è stato un aumento di ricoveri pari al 140%. E c’è chi ipotizza che la causa possa essere proprio la sottovariante XBB. A fornire i dati è Our World in Data che cita le sequenze genetiche del virus depositate nella banca dati internazionale Gisaid.

Il genetista: “Controlli non solo sui voli diretti dalla Cina”

La XBB è presente quindi già sia in Europa sia in Italia. Per questa ragione il genetista Massimo Zollo, coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge di Napoli, spiega che “negli aeroporti sarebbero necessari controlli non soltanto sui voli diretti in arrivo dalla Cina, ma su quelli indiretti”. E’ inoltre “necessaria un’azione più attiva per la diffusione dei farmaci antivirali e continuare a fare ricerca sulle varianti, per capire che cosa potrebbe accadere da oggi a due mesi”.

Tamponi all’arrivo? Ogni Paese decide in maniera indipendente

I controlli aeroportuali, in questo momento varia da Paese a Paese. Nel Regno Unito ad esempio, il governo britannico ha annunciato di non avere in programma l’introduzione di tamponi obbligatori per chi arriva dalla Cina. Un portavoce del governo ha aggiunto che la Uk Health Security Agency (Ukhsa) monitorerà attentamente la prevalenza e la diffusione di varianti dannose,  fornendo e controllando i dati internazionali disponibili.

In Cina, sono 81 le sequenze della sottovariante XBB depositate al 9 dicembre, spiega il genetista Massimo Zollo. Il fatto che siano state depositate solo 81 sequenze della XBB indica che è stato bloccato il sequenziamento delle varianti, o non è stato reso pubblico per scelta.

Perché XBB si diffonde rapidamente

A permettere alla XBB di diffondersi rapidamente sarebbe la mutazione chiamata F486P. Mutazione che le permetterebbe di sfuggire agli anticorpi generati sia da infezioni precedenti, sia dai vaccini. Questa variante rafforzerebbe il legame con il recettore Ace2 che si trova sulle cellule umane. Sono state rilevate inoltre anche mutazioni sulla proteina Spike il virus usa per agganciarsi alle cellule umane. Quattro invece le mutazioni sulla nucleoproteina N che ha la funzione di proteggere il genoma virale. Cinque infine quelle sull’enzima necessario al virus per riprodurre il suo materiale genetico. Per  Zollo, tutto questo significa “che il virus SarsCoV2 sta migliorando anche nella capacità di replicarsi”.

In Cina la popolazione non ha quasi avuto precedenti esposizioni al virus

In Cina, la nuova ondata di Covid è così diffusiva a causa della politica “zero Covid” portata avanti dal Governo cinese. La popolazione locale non ha quasi avuto precedenti esposizioni al virus Sars-CoV-2. Gli anziani sono inoltre stati poco immunizzati e i vaccini offerti, Sinopharm e Coronavac, si sono dimostrati molto meno efficaci di quelli utilizzati in occidente. In base alle stime disponibili, solo il 25% della popolazione cinese avrebbe un qualche grado di immunità a Omicron. Il virus è quindi libero di contagiare milioni di persone e di replicarsi e mutare milioni di volte. E i dati sui contagi parlando chiaro: alcune previsioni tracciano picchi di contagi da 3,7 milioni al giorno a metà gennaio e 4,2 milioni al giorno a marzo. 

Non è possibile prevedere come evolverà la situazione

Non è attulemente possibile prevedere come evolverà la situazione. I virus come quello del Covid  mutano tanto. Alcune mutazioni non sono pericolose, altre sì. E come dimostrano gli ospedali cinesi pieni, il Covid (e la variante Omicron nello specifico) non è diventato mite per “miracolo”. Ad averlo reso tale (almeno fino ad ora qui in Europa), come confermano gli studi, è l’aver incontrato una popolazione vaccinata o comunque immune alla malattia. Se non fosse stato così, anche noi probabilmente avremmo gli ospedali pieni come in Cina.