I “vu cumprà” in Italia non “ce vonno sta…più”. Chi sbarca non vuole restare

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Ottobre 2013 - 13:25 OLTRE 6 MESI FA
Erano "vu cumprà", in Italia non "ce vonno sta". Dove vanno i migranti

Erano “vu cumprà”, in Italia non “ce vonno sta”. Dove vanno i migranti

ROMA – Migranti: li chiamavamo “vu cumprà”, ora potremmo cominciare a chiamarli “non ce vonno sta…più, in Italia”. Infatti gli immigrati regolari cominciano, hanno cominciato ad andarsene “, a decine di migliaia, 32mila l’ultimo “convoglio”. E i clandestini sempre più spesso, sì anche e soprattutto quelli che sbarcano a Lampedusa o altrove, non vogliono farsi identificare, non si fanno prendere le impronte digitali…Perché sanno che se si fanno identificare e poi chiedono asilo scatta per loro l’obbligo di restare in Italia in caso di asilo concesso. E loro in Italia non ci vogliono restare. Perché in Italia ci sono leggi dure per loro e poco e brutto lavoro per loro. Lo sanno, siamo noi italiani che non lo sappiamo e continuiamo a credere all’invasione con obiettivo proprio e solo l’Italia.

 Dove vanno i migranti. A settembre del 2011 erano 4 milioni 968 mila, un mese dopo, ad ottobre, l’Istat ne ha censiti 3 milioni 800 mila: sono gli immigrati residenti nel nostro Paese. I clandestini che sbarcano in Italia, quasi mai sono alla fine del viaggio: l’Italia resiste al terzo posto su scala Ue per ingressi annui, ma la rotta di chi sceglie l’Europa vira sempre più a nord.

Cioè entrano in Italia come zona di transito e vi restano il tempo di attraversarla a meno che non incappino nelle maglie della giustizia per la quale commettono un reato. Non intendono rimanerci perché scarseggiano le opportunità lavorative, non intendono rivelarsi perché conservano contatti con comunità di riferimento in altri paesi,  perché una volta identificati non possono fare altre richieste di asilo. Dove vanno i migranti?

L’International Migration Outlook 2013, che monitora i flussi migratori, ci dice quali destinazioni europee prediligono: una mappa della speranza dove l’Italia, considerando estensione e demografia, è l’ultima delle opzioni scelta, contraddicendo con i numeri i concetti di invasione, di guerra tra poveri così come si sono riproposti dopo l’ecatombe di Lampedusa e le polemiche sulla cancellazione del reato di clandestinità. Alberto Magnani sul Sole 24 Ore ha tracciato le rotte migratorie paese per paese, dalla Spagna alla Norvegia. Vediamo nel dettaglio.

Spagna.  Per afflusso di migranti è seconda solo agli Stati Uniti. Nel 2011, gli ingressi indicati dall’Ocse sfiorano le 350 mila unità. Praticamente la metà di quelli entrati nel 2007. Tuttavia, il Paese resta attrattivo, nonostante la quota di inoccupati stranieri ha toccato quota 36,5% nel 2012 a causa della grave recessione.

Gran Bretagna. Nel 2011 gli ingressi hanno superato di poco le 320 mila unità. Le norme più rigide hanno ridimensionato i numeri dell’afflusso, con diminuzioni nel rilascio di “grants” per il soggiorno (-31% rispetto al 2010), dei permessi di lavoro (-17%), al punto che una buona fetta degli ingressi è registrata per motivi umanitari con l’accettazione delle richieste di asilo.

Italia. 312.200 i migranti “permanent” registrati nel nostro paese. Dal 2007 ad oggi, un calo costante: 559 mila nel 2007, 482.600 nel 2008, 384.200 nel 2009, 349.900 nel 2010.

Germania. Questa è una meta gettonatissima, tra 2010 e 2012, gli afflussi sono saliti da 222 mila a più di 290 mila. Se si escludono quelli non permanenti, la cifra lievita fino a 841.700. Il lavoro attira più di tutto: 66 mila permessi di lavoro nel 2011, l’8% in più di quelle approvati nel 2010.

Francia. L’Africa alle porte d’Europa? Sì, ma bussa a quella della Francia. 211.300 gli afflussi rilevati nel 2011. I permessi per lavoro son cresciuti di 24 mila unità nel giro di un anno. Il 60% del flusso si deve agli africani: Algeria (20.500 ingressi), Marocco (17.400), Tunisia (9.700) e Mali (5.100). L’Asia, che segue con il 20%, è rappresentata da circa 5 mila neo residenti da Cina e Turchia.

Svizzera. 124.300 afflussi registrati alla frontiera nel 2010. Il 70% arriva dall’Europa. Le richieste di asilo, con la primavera araba, sono salite di colpo: 21 mila unità nel 2011 e oltre le 28 mila l’anno scorso.

Olanda. 3,5 milioni di stranieri, il 21% della popolazione totale. Ultimo dato sugli ingressi: 105.600. Ci sono quasi 400 mila turchi, e poco meno di indonesiani.

Belgio. 1.170 mila i “foreign residents” registrati nel 2012: cioè uno su dieci è straniero. 76 mila ingressi nel 2011. I permessi di lavoro sono cresciuti del 20% tra 2010 e 2011.

Svezia. Gli ingressi certificati nel 2011 sono poco più di 71 mila.

Norvegia. Gli afflussi registrati nel 2011 sono poco più di 60 mila. I permessi di lavoro rilasciati a cittadini non europei sono cresciuti dai 6500 del 2010 ai più di 8 mila dell’anno scorso.