Wikileaks, la partner Jonsdottir: “Assange lasci”

Pubblicato il 8 Settembre 2010 - 10:35 OLTRE 6 MESI FA

Julian Assange

Il fondatore del sito Wikileaks specializzato in pubblicazione di documenti riservati, Julian Assange, si difende in un’intervista concessa alla France Presse dall’accusa di stupro e attacca l’inchiesta che lo vede protagonista definendola ”vendetta personale, ideologica e frutto di un disgustoso carrierismo”.

Assange, che d’altronde vede assottigliarsi il sostegno da parte dei suoi ‘militanti’ dopo che una parlamentare islandese partner di Wikileaks ne ha chiesto la sostituzione come portavoce del sito, afferma nell’intervista di essere ”la sola vittima” della vicenda.

”Le accuse sono infondate – afferma il trentanovenne di origine australiana – Il processo sul quale sono state avanzate è sconcertante. L’intera inchiesta per stupro è stata condotta senza il mio contributo. Nessuno mi ha interrogato e la polizia rifiuta di dirmi se esiste un mandato d’arresto contro di me o no. Ho saputo le cose dalla stampa e tutto questo dura da più di due settimane”.

Il 20 agosto due donne hanno reso alla polizia svedese delle deposizioni contro Assange nelle quali viene detto che una ha subito uno stupro, l’altra un’aggressione sessuale. ”I servizi segreti americani sono probabilmente molto felici adesso” ha ironizzato Assange, ricordando che ”il mese scorso i servizi segreti svedesi sono stati avvicinati da quelli americani per dire loro che la Svezia non deve essere un’oasi per Wikileaks”.

In luglio il sito di Assange aveva pubblicato 77mila documenti segreti sulla guerra in Afghanistan che hanno causato una reazione inferocita del Pentagono, e si appresta a renderne noti altri 15 mila. Oltre alle difficoltà giudiziarie, Assange deve fare fronte anche alla prima smagliatura nel sostengo dei partner di Wikileaks: la parlamentare islandese Birgitta Jonsdottir ha detto di ritenere ”più pratico” che il sito ”abbia un altro portavoce o più portavoce”.

La Jonsdottir ha partecipato ad una iniziativa con Wikileaks per fare dell’Islanda un rifugio per i giornalisti di investigazione e le loro fonti, attraverso la creazione dell’ ‘Iniziativa islandese per i media moderni’.