Addio seppie, telline e fritture: le “maglie” dell’Unione Europea sulla pesca

Pubblicato il 30 Maggio 2010 - 15:06| Aggiornato il 3 Giugno 2010 OLTRE 6 MESI FA

Mentre sono duramente criticati perchè in tempi di crisi  si alzano lo stipendio, gli eurocrati trovano il modo per intervenire sui nostri costumi alimentari, legiferando su quello che possiamo o non possiamo mettere sulle nostre tavole. Dal 1 giugno gli italiani dovranno fare a meno di molti piatti a base di pesce e di molluschi: la Commissione europea ha infatti approvato un regolamento che vieta la pesca di varie specialità come seppie, calamaretti e telline. Una prospettiva che mette a rischio anche le “fritture di paranza”.

Il nuovo provvedimento si chiama Regolamento Mediterraneo. Le nuove regole per la pesca nel Mediterraneo prevede l’utilizzo di reti con maglie più larghe che rendono impossibile, ad esempio, la cattura dei calamaretti e dei rossetti essendo molto piccoli. Inoltre si potrà pescare a non meno di 1,5 miglia dalla costa.

Il Regolamento Mediterraneo è penalizzante soprattutto per l’Italia, Paese per antonomasia della piccola pesca. Adesso molte Regioni pensano a Piani di gestione da presentare all’Unione europea, ovvero a deroghe per maglie e distanze dalla costa che permetterebbero la cattura delle specie messe a rischio dalle nuove disposizioni; ma anche a misure economiche in grado di alleviare i pescatori penalizzati.

E a questo proposito c’è qualche novità per vongole e cannolicchi; una circolare del ministero delle Politiche Agricole infatti, come rende noto la Federcoopesca, informa che è in via di perfezionamento la procedura per una deroga. Un rinvio possibile anche per le telline perchè, secondo la Lega Pesca, la Commissione europea potrebbe escludere dal Regolamento Mediterraneo il divieto dei rastrelli da natante, trattandosi di attrezzi non trainati.

Anche la Coldiretti ha lanciato l’allarme: “Lo stop alle telline mette a rischio oltre un milione di piatti, dagli spaghetti alle zuppe, serviti ogni anno con il gustoso mollusco nelle case e nei ristoranti soprattutto nel Lazio ma anche in Puglia, Campania ed in altre regioni”.

“E’ importante – sottolinea la Coldiretti – l’avvio della procedura comunitaria per la richiesta di una deroga per salvare una tradizione gastronomica nazionale molto radicata, evitare gravi perdite economiche ai circa 1000 pescherecci coinvolti dove trovano possibilità di lavoro circa tremila persone, per i quali vanno individuate misure adeguate”.