Concita De Gregorio tornerà a Repubblica dopo l’Unità?

Pubblicato il 19 Giugno 2011 - 22:09| Aggiornato il 20 Giugno 2011 OLTRE 6 MESI FA

Concita De Gregorio (Lapresse)

Il mondo dei giornali e della politica è percorso da un fremito per la domanda: dove andrà ora Concita De Gregorio? Se lo chiedono in molti, in prevalenza per la curiosità che è alla base della vita dei mercati, delle panchine ai giardinetti e delle redazioni. Ma non è una domanda banale, se la si collega alla risposta che molti si danno, quasi in automatico, per default direbbero gli esperti di computer. La risposta è che tornerà al quotidiano da cui era partita, la Repubblica.

Sarà interessante vedere come si comporterà Ezio Mauro: non volle prendere Furio Colombo né Mino Fuccillo quando lasciarono, in tempi successivi, la direzione dell’Unità e non gli fece scrivere mai nemmeno una breve. Ma forse questa volta farà uno strappo, con l’argomento che l’editore del giornale ex comunista non è più il comitato centrale ma un imprenditore, ancorché militante del partito che lo portò ai vertici della Regione Sardegna.

Staremo a vedere.

Intanto, la notizia dell’uscita della De Gregorio dalla direzione dell’Unità, anticipata dal sito Dagospia.com ha provocato uno strascico polemico tra la stessa De Gregorio e Roberto D’Agostino, creatore del sito.

Concita De Gregorio ha reagito inviperita con un articolo di fondo sul quotidiano da lei diretto ancora per pochi giorni dove mescola insulti, visioni apocalittiche degne di San Paolo, linguaggio vendoliano il tutto saldato dalla convinzione di rappresentare lei stessa l’archetipo delle persone decenti, corrette e per bene, in una forma di messianismo. Forse il passato, come peraltro possiamo già scommettere anche il futuro, è zeppo di gentaccia, ma nel fango della storia (non quello della macchina, che ormai c’è chi la vede impegnata a ciclo continuo, confondendo spesso critiche e anche insulti con operazioni da Cominform) galleggiano anche figure di persone dignitose, tali quali che ne saranno certamente anche in futuro, non certo per la palingenesi messa in moto dalla stessa De Gregorio, ma perché così sono gli esseri umani e sempre saranno.

Alla De Gregorio è scappata un po’ la mano. Ha scritto:

“Non avevo dubbi che, orfano del faccendiere piduista di stanza a Palazzo Chigi, il sito Dagospia – moderna versione di antiche veline dei Servizi – sostituisse la sua principale fonte, Luigi Bisignani oggi agli arresti, coi due o tre fra le migliaia di aspiranti sottopancia che quotidianamente fanno “filtrare”, come si dice in gergo, quattro menzogne miste a un dettaglio reale che dia credibilità all’insieme nella speranza di ottenere – gli aspiranti servi – qualche credenziale che assicuri loro quel che non può dargli la credibilità e il talento che non hanno”.