Esercito di Berlusconi scrive a Dagospia: “Vogliamo difenderlo, no secondi fini”

Pubblicato il 3 Giugno 2013 - 14:31 OLTRE 6 MESI FA
Una pagina del sito "Esercito della Libertà"

Una pagina del sito “Esercito della Libertà”

ROMA – Sono quasi 20mila (ma il numero è destinato a crescere) e vogliono difendere Silvio Berlusconi senza avere nulla in cambio. Solo per “essere a disposizione” in quella che loro considerano una “guerra”. L’esercito di Berlusconi scrive a Dagospia e puntualizza.

A parlare è uno dei fondatori, Simone Furlan, che in una lettera al sito di Roberto D’Agostino, precisa gli obiettivi dell’esercito. Scrive a Dagospia nonostante l’articolo che l’esercito “contesta” sia originariamente apparso su Repubblica con la firma di Carmelo Lopapa.

Il giornalista ipotizzava che lo scopo dell’esercito fosse più politico di quanto possa sembrare a prima vista:

Ma i dodici promotori, quasi tutti imprenditori e professionisti settentrionali che campeggiano con foto sul sito, guidati dall’albergatore padovano Simone Furlan, si preparano a radicare il tutto sul territorio da Nord a Sud, investire ed essere operativi da qui a poche settimane. Ma per fare cose? Il cantiere sa molto di lista civica giovane e di lotta, se non di nuovo partito del presidente. Il richiamo alla Guerra dei Vent’anni nella dichiarazione di accesso
sembra proprio roba sua.

Insomma esercito come anteprima di una nuova “lista giovane” per dare linfa fresca al Pdl. Dagospia riprende l’articolo di Repubblica  e allora Simone Furlan manda al sito di D’Agostino una lettera di precisazione:

Leggiamo su Dagospia articolo, scritto da altri, che tende a far pensare che dietro o a fianco della nostra iniziativa spontanea e dal basso, denominata Esercito di Silvio, ci sia qualcosa di diverso dallo spirito di puro affetto,stima, riconoscenza nei confronti del Presidente Berlusconi e della volontà di difenderlo in ogni ambito nei modi leciti che le leggi e la Costituzione consentono, difenderlo non fisicamente, a questo ci pensano le forze dell’ordine ed il suo sistema di sicurezza, ma difenderlo dal fango e dalla menzogna che in 20 anni gli è stata gettata addosso da una parte di magistrati secondo noi faziosi, da avversari politici incapaci di batterlo elettoralmente e da giornalisti invidiosi o al soldo dei suoi avversari.

Letto il pezzo su Dagospia abbiamo deciso di chiedere ai responsabili della associazione indicata, di fornirci, se ritenevano, chiarimenti in merito a quanto scritto ben sapendo che la realtà è diversa e che questi signori operano in Italia solo nell’ambito della protezione civile ed abbiamo a titolo meramente cautelativo, tolto il loro simbolo dal sito, simbolo che potrà essere rimesso al suo posto non appena avremo ricevuto i chiarimenti formali richiesti.