Giornalisti & veleni: Elsa Vinci (Repubblica) al pm Toro: “Non devi dare notizie al mio collega Bisso”

Pubblicato il 4 Marzo 2010 - 22:45| Aggiornato il 4 Marzo 2011 OLTRE 6 MESI FA

Dagospia.com pubblica, con chiosa, una imbarazzante intercettazione. Il titolo è: PENNE AVVELENATE – TIRO MANCINO DI ‘LIBERO’ A CARLO BONINI: IL PISTAROLO DI ‘REPUBBLICA’ HA CHIESTO A UNA COLLEGA DEL GIORNALE, ELSA VINCI, DI AVVISARE IL PROCURATORE ACHILLE TORO CHE ERA SOTTO INCHIESTA – NELLE INTERCETTAZIONI LA SI SENTE DIRE: “QUEL MAGISTRATO ROMANO” FINITO NELL’INCHIESTA “SEI TU”…

Autori dell’articolo citato sono Franco Bechis e Roberta Catania.

«Avvisate subito Toro». L’input sarebbe partito da Carlo Bonini, l’inviato di punta di “Repubblica”. Il suggerimento è rivolto alla collega di giudiziaria Elsa Vinci, che a sua volta esegue la direttiva avvertendo l’ex procuratore aggiunto. «Quel magistrato romano» finito nell’inchiesta sulle Grandi opere, la si sente dire al pm, «sei tu». La conversazione tra il consigliere a un passo dalle dimissioni e la giornalista, che in questo caso inverte i ruoli trasformandosi in “talpa”, risale al 10 febbraio scorso.

Scrivono Bechis e Catania: Sono le 15.51 quando i carabinieri del Ros agganciano la telefonata di Vinci a Toro. Lei vuole chiarimenti sull’inchiesta esplosa a Firenze, lui si limita a smentire un proprio coinvolgimento e taglia corto: «Sicuramente riguarda mio figlio…». Ma non le basta e la cronista incalza: «Non te? Perché dice … “magistrato romano” …no quindi tu non c’entri niente, ecco le vedi già le cose che vanno uscendo ….». E quindi prosegue riferendo del dialogo “redazionale”: «Praticamente mi chiama Bonini e mi fa… dice “Elsa guarda forse si deve verificare se Achille è raggiunto da qualche cosa perché…”.

Prosegue Vinci: Io ho detto che mi sembrava strano, ma» lui «fa.. dice “avvertilo subito”». Lui continua a rigettare un coinvolgimento in prima persona, chissà se inconsapevole di essere indagato o se per rallentare lo scandalo, comunque ribatte di averlo «letto» sui giornali «quindi stavo cercando su Internet per capire che cacchio sta succedendo» e chi è quel magistrato.

La Vinci, riferisce Libero, torna all’attacco: «Sì, c’è scritto “magistrato romano” e adesso mi chiama, te l’ho detto, Bonini e mi fa … “guarda che è Toro”». E conclude la conversazione quasi a scusarsi del disturbo: «Achi’.. io se no non ti avrei chiamato (…) dunque io a una certa, se ho delle notizie ti informo. Se non mi senti significa che proprio qua non risulti … non risulti». Toro apprezza il gesto e si congeda dicendo «che basta un’ombra» per finire nei guai, perciò prima di attaccare ribadisce: «Comunque se hai notizie…».

Raccontano Bechis e  Catania  che  tre giorni prima i due si erano già sentiti. E i toni erano stati meno cordiali. La giornalista ha un rimprovero da fare al procuratore aggiunto, che però l’anticipa sfogandosi: «Ma non ti basta il libro di Genchi per me? Tu hai visto che ha scritto questo? Un libro intero contro di me…». Vinci vuole spostare il discorso altrove e tenta con un «lascia perdere…» che fa infuriare Toro.«Ma che lascio perdere!!», risponde infatti, «sto preparando la querela. Macché lascio perdere. E poi guarda, non so niente», pensando a una telefonata per acquisire notizie.

Questa chiamata al magistrato “romano”, però, non è ancora per metterlo in guardia. È una telefonata di lamentela: «Non ti devo chiedere notizie», specifica Vinci, «non ti devo chiedere notizie, è una cosa personale… te la posso dire? Achille, ascoltami un secondo, la notizia te la do io…».

Toro: «E dammela». La cronista: «Okay … io sono incazzata nera con te … incazzata nera con te … perché… praticamente… il mio… hai dato, cioè avete dato, al mio collega Bisso la notizia sull’apertura dell’inchiesta sugli appalti del G8, quando io me la tengo», lasciando intendere di averla saputa prima del “nemico interno”, ma di avere aspettato per pubblicarla. Però il procuratore non cade nel tranello e nega tutto: «Io? Io non so manco di che stai parlando … guarda … guarda… ti dico… proprio sinceramente … non ho la più pallida idea … cioè … so che si parla di queste cose da tempo … ma non ho parlato d’indagini con nessuno … ma che sei matta figlia mia… va be’…».