Coldiretti. Export italiano in Russia al minimo da 10 anni

Pubblicato il 28 Febbraio 2016 - 14:15 OLTRE 6 MESI FA

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Esportazioni italiane in Russia

Esportazioni italiane in Russia

ROMA – Le esportazioni Made in Italy in Russia hanno raggiunto il minimo da dieci anni per effetto dell’ulteriore crollo del 24% registrato nel mese di gennaio 2016 rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero, dalla quale emerge che le sanzioni hanno alimentato una lunga guerra commerciale che ha colpito settori simbolo del Made in Italy, dall’alimentare alla moda e le auto.

Complessivamente, sottolinea Coldiretti, le esportazioni italiane in Russia nel 2015 hanno raggiunto appena i 7,1 miliardi, con un taglio di 3,7 miliardi rispetto al 2013, l’anno precedente all’introduzione delle sanzioni. Il primo e piu’ incisivo effetto è stato determinato, rileva l’associazione, ”dall’embargo totale in Russia per una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da UE, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e rinnovato per un ulteriore anno con nuova scadenza il 5 agosto 2016.

Una misura che – sottolinea – è costata direttamente all’Italia 240 milioni di euro nel 2015 per il solo settore agroalimentare”. I prodotti agroalimentari Made in Italy piu’ colpiti dall’embargo in termini di taglio in valore delle esportazioni sono stati, precisa Coldiretti, la frutta, carni e frattaglie, formaggi e latticini. La guerra commerciale ha pero’ provocato, prosegue, ”anche effetti indiretti dovuti alla mancanza di sbocchi di mercato, che ha fatto crollare le quotazioni di molti prodotti agricoli europei nel lattiero caseario, nella carne e nell’ortofrutta.

Per il Made in Italy si sta verificando anche un danno di immagine a causa della diffusione in Russia di prodotti di imitazione”. Ma a causa delle tensioni generali, conclude Coldiretti, ”perdite di quote di mercato considerevoli nel 2015 si sono registrate anche in altri importanti comparti, dal tessile, abbigliamento e accessori (-30,8%) all’arredamento, con i mobili in calo del 27% fino ai mezzi di trasporto (-38,2%), ma per gli autoveicoli la percentuale di riduzione sale al 60,3% rispetto al 2014”.