Abbigliamento: Prato torna a volare, nel 2011 un boom di ordini dopo 10 anni di crisi

Pubblicato il 31 Marzo 2011 - 10:27 OLTRE 6 MESI FA

PRATO – Dal 2000 al 2009 il distretto di Prato ha perso 10mila posti di lavoro e nel solo comparto tessile il 43,6% del fatturato, risalito l’anno scorso dell’11,6% a quota 3 miliardi (4,5 miliardi compreso l’abbigliamento), per il 50% realizzati sui mercati esteri. In questi primi mesi del 2011 è in atto però un vero e proprio boom di ordini.

“La domanda supera l’offerta”, dice Riccardo Marini, presidente dell’Unione industriale pratese. La crescita è a due cifre, con punte che toccano anche il 40% d’incremento. A trainare la ripresa sono tre fattori: lo spostamento del lavoro dei terzisti “made in China”, sempre più concentrati sul mercato interno; una tendenza moda favorevole ai prodotti in lana, tradizionale core business di Prato; l’anticipo degli ordini legato ai rialzi del prezzo delle materie prime.

“La clientela sta tornando”, conferma Roberto Rosati del lanificio Fortex, 25 dipendenti e 12 milioni di ricavi con una quota export dell’80 per cento. “La Cina è il nostro terzo mercato di sbocco – continua – ma il fenomeno che osserviamo da qualche tempo, legato al forte sviluppo dei consumi nel Paese, è che la filiera terzista dei confezionisti locali comincia a rifiutare gli ordini dall’estero a vantaggio della domanda interna. Questo spostamento del portafoglio clienti – aggiunge – in molti casi si traduce in ritardi nelle consegne all’estero e in una minore attenzione ai servizi”.

Cambiamento strutturale del mercato? “È presto per dare valutazioni definitive – spiega Rosati al Sole 24 Ore – Noi registriamo aumenti anche del 40% negli ordini, ma in parte si tratta di anticipi del normale ciclo produttivo, legato ai timori di ulteriori rincari del prezzo delle materie prime. Per tirare le somme bisognerà aspettare la fine della stagione”. A giudizio di Biancalani, la cui azienda viaggia a un trend di crescita del 20%, “finalmente Prato intravede una ripresa sostanziale”. È ottimista anche Marini: “Credo che quest’anno il distretto crescerà a due cifre, trainato dall’export”.