Accordo europeo per 20 anni di stangate in Italia: forse un rinvio

Pubblicato il 2 Gennaio 2012 - 06:21 OLTRE 6 MESI FA

C’è un piccolo mistero attorno alla bozza di “Accordo internazionale per un rafforzamento della unione economica” in discussione tra le autorità europee sotto il tallone tedesco e i vari governi, tra cui quello italiano.

La trattativa è circondata dal mistero e avvolta dalla bugia. Nessuno conosce i contenuti della posizione italiana, che doveva essere manifestata entro il 29 dicembre. Invece il primo ministro Mario Monti, nella conferenza stampa di fine anno, si è incartato in una mega bugia, affermando di essere una specie di notaio costretto a eseguire gli impegni assunti da Berlusconi.

La vicenda non è banale, perché la bozza contiene il vincolo a ridurre per l’Italia il rapporto debito-PIL ogni anno del 3% per 20 anni.

Questo implicherebbe una stangata da 40 – 50 miliardi all’anno per i prossimi 20 anni, a partire dal 2012 e ci porterebbe quindi, partendo dalla recessione in cui ci troviamo, alo sprofondo della depressione più nera.

Nei giorni scorsi c’era stata l’adesione di un nutrito gruppo di economisti all’appello del prof. Gustavo Piga, docente di economia a Roma, perché il governo italiano chiedesse una moratoria all’Europa, come previsto dagli accordi per i paesi in crisi.

Secondo il blog di Piga, una apertura in quel senso si può ora leggere nelle parole attribuite dal quotidiano il Foglio al sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo: “Le nuove misure europee sul rientro del debito  rischiano di creare un pasticcio indigeribile e contraddittorio. Anticipare al 2012 l’obbligo di rientro (3 punti di PIL per l’Italia) è in netto contrasto con l’obiettivo di pareggio del bilancio, previsto per il 2013. E’ evidente che il debito non può scendere se prima non si pareggia il bilancio”.

Commenta Piga che la “frase di per sé non è chiara. Il debito può scendere anche se non si è pareggiato il disavanzo, per esempio con privatizzazioni o vendita patrimonio pubblico. E in realtà se fosse vero che vi è la richiesta europea all’Italia di far scendere il debito-PIL del 3% nel 2012 ciò significherebbe che bisognerebbe anticipare, rispetto a quanto negoziato a Bruxelles, il surplus di bilancio al 2012 e forse anzi a fare anche un avanzo di bilancio. Sembrerebbe che Polillo dica: ci hanno dato l’ok sul pareggio di bilancio al 2013 non ci possono ora chiedere di fare ancora di più sul deficit”.

Prosegue Polillo che l’unica alternativa sarebbe “ricorrere a misure di carattere strordinario, come la vendita del patrimonio pubblico. Qualsiasi altra misura, compresa un’eventuale imposta patrimoniale, ridurrebbe, al tempo stesso e in egual misura, deficit e debito” e commenta Piga: “Qui si conferma: il bilancio in pareggio lo facciamo nel 2013, così è stato concordato e non anticipiamo né modifichiamo in senso di maggiore austerità quanto stabilito”.