Comprare la prima casa: presto imposte azzerate fino a 200mila euro?

Pubblicato il 14 Luglio 2012 - 18:45 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Le tasse sulla casa vanno abbassate”, lo dicono anche i costruttori che in odor d’affari guardano con favore le mosse del governo che promette di azzerare le imposte per chi compra la prima casa, fino a 200mila euro. Il progetto per ora è solo teorico, snocciolato a denti stretti dal ministro dello Sviluppo Corrado Passera, almeno secondo i dati forniti dal Sole 24 Ore.

Che sia solo propaganda oppure no lo potrà dire solo il tempo, ma per adesso, sul piano delle promesse e dell’elenco dei buoni propositi  c’è la volontà di “alleggerire” le imposte sull’acquisto della prima casa “fino a una certa soglia”.

Il Sole 24 Ore assicura che al ministero delle Infrastrutture pensano a un tetto di 200mila euro.

“Oltre a ridurre l’aggravio fiscale sulle famiglie e sulle giovani coppie queste misure possono consentire anche una ripresa del mercato immobiliare e delle costruzioni edili”, ha affermato il viceministro delle Infrastrutture Mario Ciaccia.

“Riconosco – ha detto Ciaccia – che il 2015 è lontano e allora mi impegno ad anticipare l’innalzamento della quota al 60% già dal 1° gennaio 2014”.

Paolo Buzzetti, davanti ai costruttori riuniti all’Assemblea dell’Ance, ha detto: “Fino al decreto sviluppo è stata fatta una politica depressiva per l’edilizia e per l’economia. La patrimoniale sulla casa è assurda, allora si abbia il coraggio di fare la patrimoniale vera. Il pareggio di bilancio al 2013: ma chi l’ha detto che dobbiamo rispettare parametri più duri dei francesi che si traducono in politiche recessive? E sui crediti con la Pa, dico che ci devono pagare perché non possono darci un carico fiscale crescente e poi non pagarci quanto ci devono. Basta con i trucchi contabili anche sul patto di stabilità per comuni ed enti locali”.

Oggi “non è più eludibile il tema di una riduzione dell’imposizione sulla casa”, considerando i 55 miliardi annui di imposizione fiscale sull’abitazione e il “carico fiscale complessivo ormai insostenibile, al 54,5% in termini reali”.