Affitti, cedolare secca: chi risparmia con l’aliquota fissa al 20%

Pubblicato il 14 Marzo 2011 - 16:24 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La cedolare secca non conviene. In particolare, scrive il Sole 24 Ore, la convenienza della aliquota fissa al 20% sparisce per i proprietari per i quali la scelta della nuova tassazione sugli affitti va fatta solo dopo una verifica personalizzata.

Il risparmio sull’Irpef è garantito solo per i locatori, circa la metà del totale, che dichiarano più di 26mila euro l’anno, o in ogni caso oltre i 15mila euro per i contatti a canone libero e oltre i 28mila per quelli a canone concordato. Al di sopra di questi livelli scattano infatti le aliquote marginali Irpef del 27% e del 38%.

Ma molti contribuenti sono al di sotto di queste soglie: il 19,5% dei proprietari di case date in affitto dichiara un reddito non superiore a 10mila euro, mentre il 37,8% si colloca nella fascia tra i 10mila e i 26mila euro.

Il Sole 24 Ore sottolinea come sia possibile che redditi così bassi siano frutto di evasione o sottodichiarazione dell’affitto, considerato che in questi casi si passa di canoni tra i 204 e i 270 euro al mese.

Chi oggi soprattutto deve valutare se conviene o meno passare al nuovo regime è chi ha un reddito imponibile con l’aliquota Irpef al 23%.

A favore della cedolare secca giocano le aliquote al 21% per i contratti a canone di mercato e al 19% per quelli a canone concordato.

Bisogna poi valutare l’impatto delle detrazioni. I contribuenti con redditi da lavoro dipendente e familiari a carico, anche con il 36% sulle ristrutturazioni e il 55% sul risparmio energetico potrebbe non arrivare a incassare tutto il credito d’imposta.

Chi sceglie la cedolare deve rinunciare all’adeguamento Istat del canone , comunicandolo con raccomandata a/r all’inquilino.

Oggi, spiega il Sole, in lista d’attesa per la cedolare secca ci sono 2,7 milioni di case date in affitto. Questo per restare ai dati ufficiali. Perché poi bisogna aggiungere le oltre 500mila abitazioni locate in nero, dalla cui regolarizzazione il governo pensa di compensare le minori entrate tributarie sugli affitti già dichiarati.