Agevolazioni fiscali: Italia paradiso degli sconti, -300 mld

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Aprile 2016 - 07:15 OLTRE 6 MESI FA
Agevolazioni fiscali: Italia paradiso degli sconti, -300 mld

Agevolazioni fiscali: Italia paradiso degli sconti, -300 mld

ROMA – Agevolazioni fiscali: Italia paradiso degli sconti, -300 mld. Nella classifica delle tax expenditures, cioè tutto il complesso delle agevolazioni fiscali, l’Italia vanta un quasi record mondiale: prima in Europa, la batte solo l’Australia e arriva prima degli Stati Uniti. “Il paradiso degli sconti fiscali” titola Italia Oggi, grazie a 800 eccezioni tributarie. Un dato che allarma anche la Corte dei Conti.

L’allarme della Corte dei Conti. Cresce il numero delle agevolazioni fiscali e il loro impatto sui conti pubblici. Rispetto al 2011 “si può oggi stimare una significativa dilatazione sia nel numero (799), sia nella perdita di entrate che ne deriva (313 miliardi). Così la Corte dei Conti nel suo rapporto sulla finanza pubblica, ricordando che nel 2011 le agevolazioni erano 720 con un “vuoto di gettito per 254 miliardi, secondo il monitoraggio della Commissione del Mef”.

La classifica mondiale. Unimpresa ha stilato la classifica, considerando l’impatto delle agevolazioni fiscali sul Pil.

Una situazione che pone il nostro Paese in cima alla classifica di quelli che nel mondo fanno maggior ricorso, in rapporto al prodotto interno lordo, alle «eccezioni» in campo tributario: l’Italia (8% del pil, prima in Europa) è seconda dietro l’Australia (8,2%) e precede gli Stati Uniti d’America (7,6%), la Gran Bretagna (5,9%), la Spagna (3,8%), la Francia (2,2%) e la Germania (0,8%).

In Italia, primo Paese europeo nell’utilizzo delle eccezioni fiscali, tra il 2011 e il 2016 si è registrata una variazione in positivo, in termini percentuali, dell’11% per quanto riguarda il numero delle voci che compongono la complessa mappa di sconti tributari, salita di oltre il 23% in termini di valore. Secondo l’analisi del centro studi di Unimpresa si tratta di una tendenza in netto contrasto con i molteplici progetti di revisione delle cosiddette «tax expenditure» varati a più riprese da quasi tutti i governi negli ultimi anni. E rimasti al momento materia di studio teorico. (Giovanni Galli, Italia Oggi)