Airbnb in Italia paga solo 46mila euro di tasse

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Settembre 2016 - 10:44 OLTRE 6 MESI FA
Airbnb in Italia paga solo 45mila euro di tasse

Airbnb in Italia paga solo 45mila euro di tasse

DUBLINO – Non solo Apple: anche Airbnb, la società di affitti di alloggi e camere tra privati attraverso un portale online, fa affari milionari passando dall’Irlanda, e, nonostante sia valutata 30 miliardi di dollari, in Italia (dove opera attraverso la srl Airbnb Italia) paga solo 45mila euro di tasse.

Come per Apple e per tanti colossi della new economy americana e non solo, anche quella di Airbnb è una storia fiscale fatta di domicili in luoghi improbabili, per una società americana di San Francisco. Si va dal Delaware, paradiso fiscale degli Stati Uniti in cui Airbnb Holding Lcl ha il domicilio, all‘Irlanda, dove ufficialmente vengono realizzati i profitti attraverso la Airbnb Ireland. E si arriva ad altri due paradisi in fatto di tassazione: l’isola di Jersey, nel Canale della Manica, dove sono domiciliate la Airbnb International Holdings Limited (controllata interamente dalla Airbnb Inc. del Delaware e con un capitale sociale di 89 milioni di dollari), la Airbnb 1 Unlimited e la Airbnb 2 Unlimited, e le Isole Cayman, dove figura una società chiamata Airbnb China Holdings.

Sul Sole 24 Ore Angelo Mincuzzi ricostruisce, con un lungo e approfondito articolo, il dettaglio di incastri fiscali internazionali che fanno sì che il colosso del bed&breakfast online in Italia, terzo Paese al mondo per offerta di alloggi, paghi solo 46mila euro di tasse. 

Spulciando tra le pagine del bilancio si scopre che, a dispetto di un giro d’affari milionario del gruppo, le tasse che Airbnb paga in Italia sono equivalenti al prezzo di un’Alfa Romeo. Perché il business, ufficialmente, è realizzato in Irlanda, anche se a Dublino nessuno ci mette piede. È lo stesso copione della Apple, che dovrà restituire a Dublino 13 miliardi di euro (più gli interessi) di tasse non pagate.

Airbnb Italia è la filiale del colosso statunitense fondato nel 2008 da tre ragazzi poco più che ventenni, Brian Chesky, Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk, e diventato il leader mondiale nell’affitto online di case per le vacanze. (…) In pochi anni la società di San Francisco è diventata un gigante del web: attraverso il suo sito è possibile affittare case e appartamenti in 34mila città di 191 paesi. Una crescita vertiginosa. Finora i turisti che hanno usato Airbnb per organizzare una vacanza sono più di 60 milioni nel mondo e gli alloggi che si contano sul sito hanno superato i due milioni. (…) Ecco perché gli analisti prevedono che il fatturato globale di Airbnb raggiungerà i 6,1 miliardi di dollari entro il 2019 e il valore della società continua a moltiplicarsi ogni giorno che passa.

(…) L’anno scorso il sito è stato utilizzato da 3,6 milioni di persone per viaggiare in Italia mentre altri 1,34 milioni di italiani hanno affittato abitazioni per viaggiare all’estero. I quasi 83mila proprietari di alloggi (gli host) che si sono serviti di Airbnb hanno guadagnato complessivamente 394 milioni di euro affittando la loro casa. Ma non basta. Per Airbnb l‘Italia è il terzo paese al mondo per offerta di abitazioni, dopo Stati Uniti e Francia. Eppure, il gigante del web resta un piccolissimo contribuente per il fisco. (…) L’anno scorso Airbnb Italy Srl ha versato al Fisco italiano 45.775 euro di imposte sugli utili. Un paradosso rispetto alla sua irresistibile ascesa, verrebbe da dire. Ma in realtà è tutto regolare, almeno fino a prova contraria.

Airbnb infatti, come tutte le web company, è un’esperta nell‘arte dell’ottimizzazione fiscale. E così, quando paghiamo un alloggio per la meta delle nostre vacanze, una fetta di quell’importo vola immediatamente in Irlanda, paese dove la tassazione sugli utili societari è del 12,5%, molto più bassa di quella applicata in Italia e in moltissimi altri paesi. Non sappiamo, poi, se con il Fisco di Dublino Airbnb abbia firmato accordi di tax ruling sul tipo di quelli della Apple per abbattere ancora di più la pressione fiscale. Airbnb incassa una commissione del 3% dai proprietari sul valore dell’affitto e una quota variabile dal 6 al 12% (inversamente proporzionale alla durata del soggiorno) dagli ospiti: sono questi i soldi che finiscono nel paradiso fiscale che fa parte dell’Unione europea. Tutto trasparente, però.

Ai suoi clienti Airbnb specifica che il contratto viene stipulato con la società Airbnb Ireland per l’utilizzazione del sito e con Airbnb Payments Uk per quando riguarda i pagamenti. (…) Tutte le transazioni internazionali al di fuori degli Stati Uniti, aggiunge Airbnb, «sono elaborate attraverso Airbnb Payments Uk e Airbnb Ireland».

Ma allora a cosa serve la società italiana? Airbnb Italy si occupa, secondo il suo statuto, di «marketing per annunci relativi a locali, appartamenti o strutture ricettive per soggiorni turistici». E di nient’altro. Il suo fatturato nel 2015 è stato di appena 1,5 milioni di euro e l’utile netto di 63.150 euro, dopo aver pagato imposte per 45.775 euro. Il capitale sociale della società è di 10mila euro. Insomma, una piccola realtà. E questo perché il giro d’affari legato agli affitti degli appartamenti non passa attraverso la Srl italiana ma attraverso quella irlandese.

(…) La dimensione non è possibile conoscerla, perché la società capogruppo non è quotata e non ha l’obbligo di pubblicare i bilanci. Bisogna affidarsi a un calcolo molto indicativo per ricavare il fatturato della web company nel nostro paese. Partendo dai 394 milioni di euro guadagnati dagli host (i proprietari delle abitazioni) e calcolando le percentuali del 3% e del 6-12% richieste ai possessori degli appartamenti e ai turisti, si può arrivare a una cifra vicina ai 50 milioni di euro.

Per lo stesso motivo non è semplice ricostruire la struttura societaria di Airbnb. Nonostante sia stato fondato in California, la sede legale del gruppo è nel piccolo stato del Delaware, scelto dalla maggior parte delle grandi società statunitensi grazie alla legislazione fiscale particolarmente favorevole.

(…) A Dublino che arrivano le percentuali richieste agli host e ai viaggiatori. Dall’Italia all’Australia, tutti i paesi con l’eccezione degli Stati Uniti convogliano qui tutti i pagamenti.

(…)  Nella struttura societaria di Airbnb non è chiaro invece quale sia il ruolo di tre società domiciliate nel paradiso fiscale di Jersey, isola del Canale della Manica che costituisce il giardino di casa della City di Londra. A Saint Helier, capitale di Jersey, nel 2013 Airbnb ha registrato tre società: la Airbnb International Holdings Limited (controllata interamente dalla Airbnb Inc. del Delaware e con un capitale sociale di 89 milioni di dollari), la Airbnb 1 Unlimited e la Airbnb 2 Unlimited. E’ possibile che le entità di Jersey abbiano un ruolo negli schemi fiscali per abbassare ulteriormente l’imposizione della società. Infine, nel registro delle Isole Cayman figura una società denominata Airbnb China Holdings. Impossibile sapere di cosa si occupi.