Alitalia: il piano Air France, 4000 tagli. Il no di Cdp a Letta

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Ottobre 2013 - 16:13 OLTRE 6 MESI FA
Alitalia: il piano Air France, 4000 tagli. Il no di Cdp a Letta

Alitalia: il piano Air France, 4000 tagli. Il no di Cdp a Letta

ROMA – Alitalia: il piano Air France, 4000 tagli. Il no di Cdp a Letta. Non appena Air France ha manifestato 15 giorni fa l’intenzione di partecipare alla ricapitalizzazione Alitalia (ma senza salire fino alla soglia del 50% del controllo) sono iniziate a circolare le prime cifre allarmanti per la ricaduta occupazionale: 2000 tagli secchi a Fiumicino, riduzione immediata della flotta, ridimensionamento dell’aeroporto da hub internazionale a scalo regionale. Sono numeri attendibili? Oggi (4 ottobre) Umberto Mancini sul Messaggero di una riunione a Palazzo Chigi in cui un azionista di spicco della compagnia italiana fa previsioni ancora più cupe: “Air France taglierà fino a 4.000 posti, dimezzerà la flotta e chiuderà Alitalia handling per i servizi di pista”. Non solo: trasferimento a Parigi delle funzioni aziendali chiave e ridimensionamento dell’aeroporto romano ridotto, come la stessa compagnia, a  alla funzione di satellite dell’aeroporto parigino Charles De Gaulle. Alitalia e Fiumicino serviranno a produrre profitti profitti per la casa madre e a dirottare, è il caso di dire, passeggeri verso Parigi.

Le smentite del caso non possono nascondere che il conto alla rovescia per provare a salvare compagnia, aeroporto e occupazione (oltre ai 12 mld. di investimento che eventualmente andrebbero in fumo) è già scattato, con Air France in clamoroso vantaggio rispetto alle scelte che potrà fare il governo italiano per un salvataggio in extremis: saranno pronti governo e banche il 14 dicembre quando si svolgerà l’assemblea per l’aumento di capitale? Lo slittamento del vertice già convocato da Palazzo Chigi per lunedì 7 non fa presagire nulla di buono. Tanto più dopo il rifiuto opposto alla richiesta di Enrico Letta di un coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti dal presidente Franco Bassanini, nemmeno se l’impegno non superasse i 100 milioni di euro.

Di qui l’irritazione del presidente del Consiglio che, dopo il gran rifiuto, sta pensando di tornare alla carica in queste ore. Appare infatti poco comprensibile – di là dei vincoli statutari, peraltro superabili agevolmente visto che la richiesta viene dal governo (il Tesoro possiede l’80% circa del capitale di Cdp) – che non venga considerato strategico il sistema del trasporto aereo nazionale. Un sistema che comprende il principale aeroporto del Paese, le infrastrutture connesse e tutto l’indotto legato al turismo, al business che Alitalia può significare per l’economia nazionale. Durante il vertice c’è chi ha anche fatto notare come Cdp abbia investito oltre 1,5 miliardi nella Brebemi, l’autostrada Milano-Brescia, che certo non è così strategica per il Paese. Insomma, il no è stato giudicato uno schiaffo inaccettabile. (Umberto Mancini, Il Messaggero)