Alitalia, sindacati di nuovo spaccati su contratto e risparmi. Si sfila la Uil

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Luglio 2014 - 17:00 OLTRE 6 MESI FA
Alitalia, sindacati di nuovo spaccati su contratto e risparmi. Si sfila la Uil

Alitalia, sindacati di nuovo spaccati su contratto e risparmi. Si sfila la Uil

ROMA – Sindacati ancora spaccati sul fronte Alitalia. Se ieri l’accordo sugli esuberi è rimasto senza la firma della Cgil, oggi è la Uil a sfilarsi dalla trattativa sul Contratto nazionale del trasporto aereo. Alle 17 in punto, come annunciato, Cgil e Cisl hanno firmato l’intesa senza modifiche al testo concordato nel pomeriggio, mentre Ugl e Uil Trasporti, che speravano in alcune modifiche, hanno invece detto no. I dubbi della Uil riguarderebbero in particolare il tema dei risparmi sul costo del lavoro per circa 31 milioni di euro. Ma il nodo rientrerebbe in realtà tra le richieste inderogabili di Etihad che, oltre a contemplare la necessità di 2251 esuberi, ha chiesto appunto certezza sulle regole contrattuali per i prossimi 3 anni e importanti risparmi sul costo del lavoro.

Per Carlo Terlazzi, segretario Uilt, “ci sono seri problemi di legittimità su quello che stanno firmando: non mi pare ci sia il 50% più uno. Noi proporremo il referendum. Non condividiamo le regole – ha aggiunto – prima bisogna verificare se è valido. Se le cose cambieranno siamo disponibili a una ripresa del confronto”

Alcune ore prima era stato il segretario generale Luigi Angeletti, uscendo dall’incontro al Ministero dei Trasporti, a precisare la posizione del sindacato:

“Secondo noi il testo del Contratto nazionale di settore così com’è al momento viola molti diritti delle persone che lavorano in Alitalia e non c’entra nulla con l’operazione Etihad, che non ha mai chiesto di fare un contratto nazionale.

Con questo testo non credo ci siano le condizioni, Tutto ciò che c’era da fare perché il matrimonio con Etihad avesse successo noi lo abbiamo fatto” noi abbiamo fatto l’accordo sugli esuberi, il resto attiene ai rapporti tra aziende e lavoratori”.

Sul fronte degli esuberi, invece, era stata la Cgil a rompere: ieri il sindacato guidato da Susanna Camusso ha sciolto la propria riserva annunciando il “no” all’intesa raggiunta sabato e già siglata da Cisl, Uil e Ugl. Il motivo: la posizione dell’azienda per Camusso resta “incomprensibile” e le modalità di trasferimento del personale avvengono con soluzioni di “dubbia legittimità”. E oggi, pur trovando l’intesa con la Cisl di Raffaele Bonanni, è tornata all’attacco:

“Trovo grave che l’azienda si sia presa la responsabilità di decidere che ci sono dei licenziamenti, anziché lavorare per la “Cig e i ricollocamenti – ha spiegato – Faremo la nostra parte perché i lavoratori vengano ricollocati e ci sia la gestione migliore possibile”.

Il no della Cgil sugli esuberi, tuttavia, non ha compromesso la riuscita dell’intesa. Resta fermo il ragionamento del ministro del lavoro, Giuliano Poletti, per il quale la soluzione raggiunta (la riduzione degli esuberi da 2.251 a 1.635, con l’ipotesi di ricollocamento per 681) è “il massimo del risultato possibile”.