Amazon, Twitter e Facebook tagliano posti di lavoro, migliaia di licenziamenti: imperi in difficoltà

Amazon, Twitter e Facebook tagliano posti di lavoro, migliaia di licenziamenti: imperi in difficoltà, dove è finita, se c'è mai stata, l’etica della Silicon Valley?

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 20 Novembre 2022 - 10:22 OLTRE 6 MESI FA
Amazon, Twitter e Facebook tagliano posti di lavoro, migliaia di licenziamenti: imperi in difficoltà

Amazon, Twitter e Facebook tagliano posti di lavoro, migliaia di licenziamenti: imperi in difficoltà

Amazon, Twitter e Facebook tagliano posti di lavoro, migliaia di licenziamenti: imperi in difficoltà. Crisi delle big tech.

Chi l’avrebbe mai detto? Scossone mondiale. Tre “imperatori” sulla graticola: Bezos, Musk, Zuckerberg. Cioè, nell’ordine, mister Amazon, mister Twitter e mister Facebook.

O, come avrebbe colorito Sergio Leone, “l’ingordo, il visionario, l’ambizioso”. Al secolo Jeff il filantropo (a parole), Elon l’inventore (Tesla), Mark il furbacchione che parla ai licenziati perché gli investitori intendano. Piange la Silincon Valley, la terra (californiana) che ospita pure Apple e Google, lamentando ferite inattese e profonde; da gennaio la “Valle del silicio” ha visto un calo di 100mila dipendenti. Ma è anche il modo con cui il Trio americano si è liberato dei lavoratori che inquieta. Di più: indigna. Perché c’è modo e modo di comunicare una iattura ma scegliere la versione più brutale è un crudeltà che nemmeno i padroni delle ferriere si sono mai permessi.

TAGLI DA RECORD, ETICA ZERO PER AMAZON & C.

Mister Amazon è andato alla CNN, la potente emittente televisiva americana, e con il più bel candore di questo mondo – una bianchezza immacolata da spirito beato – ha detto che buona parte del suo patrimonio di 124  miliardi lo donerà alla cantautrice country Dolly Parton, 76enne del Tennessee in gran spolvero (41 album). Motivo spiegato da Jeff Bezos “perché Dolly si impegna tanto a livello umanitario”.

Un’ora dopo il proprietario del Washington Post (il più diffuso e autorevole quotidiano della capitale Usa) annunciava il taglio record di 10mila persone senza fare una piega. Viene da chiedersi: e questo sarebbe, come ama definirsi, un “filantropo unificante”?

LA LINEA DURA DI MUSK E ZUCKERBERG

Per non essere da meno mister Twitter e mister Facebook hanno anche loro annunciato esuberi. Il ragazzo nato a Pretoria (papà era proprietario di una miniera di smeraldi in Zambia, ex Rhodesia), cioè l’uomo più ricco del mondo secondo Forbes, neo proprietario di Twitter (44 miliardi. Con lo zampino di Trump?), ha cinguettato un esubero di 11 mila dipendenti.  E nel frattempo  ha alzato i prezzi dell’abbonamento mensile. Stephen King con la consueta eleganza gli ha detto:”Musk vai a farti fottere”.

Mister Facebook, il più giovane del “Trio California “, ha detto di avere anche lui 11mila da licenziare. Il presidente della “Meta Platforn” (Facebook +Instagram +Whatsapp +Messenger) fa sul serio.  Ha dato la colpa alla crisi economica che l’ha costretto a mandare a casa il 13% del personale. No, gli hanno detto i lavoratori, è tutta colpa della tua smodata ambizione. Sei diventato uno “schiavo del troppo “. Ben detto.