Via libera del Governo alla manovra economica. Punto per punto i “sacrifici” degli italiani

Pubblicato il 25 Maggio 2010 - 21:01| Aggiornato il 26 Maggio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la manovra correttiva per il 2011-2013. Il Cdm, riunito in serata a Palazzo Chigi ha dato via libera, salvo successive intese per perfezionare il testo, al decreto legge sulla manovra finanziaria. La bozza approvata sarebbe di un centinaio di pagine per un totale di 22 articoli. Nessuna conferenza stampa stasera, a Palazzo Chigi, per l’illustrazione della manovra approvata. Al termine del Consiglio dei ministri, il commento del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi:  “La manovra da un messaggio chiaro è cioé che lo Stato deve costare meno ai cittadini”.

“Non ho letto il testo del decreto per cui non posso giudicarla. Tuttavia sono convinto che una manovra sia oggettivamente necessaria per la riduzione del rapporto deficit-pil del 3% entro il 2012”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella conferenza stampa in ambasciata dopo l’incontro con il presidente americano Barack Obama. “Più sarà equa socialmente – è l’auspicio di Napolitano – più sarà condivisa”.

Dai tagli ai ministri, passando alle finestre per la pensione fino ai pedaggi per i raccordi autostradali. E spunta una tassa fino a 20 euro che può essere introdotta per ‘Roma Capitale’. Nessun provvedimento relativo alla riorganizzazione della Protezione Civile sarebbe stato discusso in Cdm. Il ‘mix’ di misure per correggere i conti e fare “in parte” misure di sviluppo – come detto dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti – appare ormai tracciato. Ecco le misure principali della manovra da 24 miliardi:

Subito stop ai contratti del pubblico impiego. Stop agli aumenti degli stipendi dei dipendenti pubblici già a partire da quest’anno. Il congelamento vale quattro anni, fino al 2013. “Il trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti, anche di qualifica dirigenziale, ivi compreso il trattamento accessorio”, previsto dagli ordinamenti delle amministrazioni pubbliche “non può superare, in ogni caso, il trattamento in godimento nell’anno 2009”

Tagli ai ministeri, giro di vite su auto blu. A partire dal primo gennaio 2011 lo stipendio complessivo di ministri, sottosegretari e parlamentari è ridotto del 10% rispetto al trattamento del 2010. Nella bozza anche la riduzione delle spese del Quirinale, del Senato, della Camera e della Corte costituzionale. L’entità dei tagli sarà comunque decisa autonomamente dalle singole amministrazioni. I risparmi che si otterranno per gli anni 2011-2012 e 2013 andranno al fondo per le politiche sociali. La sforbiciata colpirà anche formazione o missioni dove si arriverà al dimezzamento della spesa. Arriva anche un giro di vite sulle auto blu.

Tagli ai partiti. Dimezzato il contributo per le spese elettorali e stop alle quote annuali se c’é uno scioglimento anticipato delle camere.

Tasse sugli alberghi per Roma Capitale. Arriva un “contributo di soggiorno” fino a 10 euro per i turisti che alloggiano negli alberghi di Roma. E’ una delle possibilità che la manovra dà al Comune di Roma per agevolare il rientro dai debiti della Capitale. La manovra prevede anche la possibilità di introdurre altri tributi come un aumento del 4 per mille dell’Ici, a una tassa di 1 euro sugli imbarchi. Immediata la protesta di Federalberghi che giudica “un’assurdità”: la proposta di applicare una tassa per i turisti negli alberghi di Roma, con lo scopo di favorire il rientro dai debiti della Capitale. Il Sindaco, Gianni Alemanno, parla di “notizie imprecise”.

Un fondo di 200 milioni di euro per Roma Capitale. Un fondo di 200 milioni per il “concorso al sostegno degli oneri derivanti dall’attuazione del piano di rientro” del debito di Roma. L’accesso al fondo è consentito a condizione che il Tesoro verifichi l’applicazione da parte del Comune di una serie di misure di contenimento della spesa che vanno dalla conformazione ai costi standard per i servizi a una razionalizzazione delle partecipazioni societarie oltre che a una riduzione dei costi per il funzionamento dei propri organi, “compresi i rimborsi dei permessi retribuiti riconosciuti per gli amministratori”.

Soppresse le Province con meno di 220 mila abitanti. Le Province con un numero di abitanti inferiori a 220.000, che non confinano con Stati esteri e che non sono nelle regioni a Statuto speciale, saranno soppresse. Da quanto si apprende questa sarebbe una delle misure inserite nella manovra approvata dal Consiglio dei Ministri. Il tutto – spiegano fonti – a partire dalla prossima legislatura provinciale. Le competenze e gli uffici saranno trasferiti ad altre Province.