Asta Btp, rendimenti al minimo da 2010. Spread e Borse ok con governo Letta

Pubblicato il 30 Aprile 2013 - 10:32| Aggiornato il 26 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – I rendimenti dei Btp raggiungono il minimo dal 2010 dopo l’asta del Tesoro del 29 aprile. Un segnale incoraggiante dopo il voto di fiducia al governo guidato da Enrico Letta e che i mercati hanno approvato. La mattina del 30 aprile lo spread tra Btp e Bund apre a 268 punti e rimane stabile intorno ai 270 durante le prime contrattazioni. La Borsa di Milano apre in rialzo, per poi girare in calo con l’indice Ftse Mib che cede lo 0,29%. Anche le altre borse europee di Londra, Parigi, Madrid e Francoforte aprono in rialzo. A pesare su Piazza Affari sono invece le vendite sui titoli bancari.

Le Borse asiatiche e del Pacifico segnano in ordine sparso rialzi e chiusure m positivo. L’indice d’area Msci viaggia sulla parità con Tokyo debole con lo yen che si rafforza. In evidenza, invece, Seul (+1,2%) e Sidney (+1,28%). I mercati guardano all’Europa, i cui futures sono in rialzo ed in particolare alla Bce che questa settimana potrebbe tagliare il costo del denaro. In generale ci si aspetta che le banche centrali puntino su misure di stimolo per il ripristino del ciclo economico.

Il nuovo Governo ”dal punto di vista dei mercati, è meglio di molte alternative considerate”, non solo negli ultimi giorni, ”ma anche prima delle elezioni”, afferma Credit Suisse in un report, aggiungendo che questo esecutivo ”ha più forza di durare di quanto si ammetta” e ”il rischio di elezioni anticipate nei prossimi 12 mesi è estremamente basso”. Ma se i mercati finanziari brindano alla nascita del nuovo governo dopo due mesi di stallo politico, Standard & Poor’s dice di vedere ”rischi significativi” sulla ripresa economica italiana, aggiungendo che ”non è chiaro se la nuova coalizione di governo potrà attuare riforme pro-crescita”.

Secondo l’agenzia di rating, ”le parole iniziali di Letta suggeriscono un’intenzione a rallentare” sul consolidamento di bilancio piuttosto che un cambio di rotta. E proprio sulle prospettive dell’economia reale, le aziende italiane continuano a vedere ‘nero’. Questo mese infatti l’indice composito del clima di fiducia delle imprese dell’Italia rilevato dall’Istat, è sceso a 74,6 punti da 78,5 di marzo, precipitando al livello più basso da oltre dieci anni, ossia da gennaio 2003 quando si diede inizio alle serie storiche.

Il ‘pessimismo’ avanza soprattutto nel settore manifatturiero, dei servizi di mercato e delle costruzioni, mentre solo nel commercio al dettaglio la fiducia migliora. Le condizioni delle imprese italiane ”risentono della fase ciclica negativa”, afferma la Banca d’Italia nel rapporto sulla stabilità finanziaria, spiegando che ”il flusso di nuove sofferenze sui crediti è aumentato”, mentre l’offerta di credito è frenata ”dalla rischiosità dei debitori” e rallenta anche la domanda. La Banca d’Italia sottolinea quindi quanto sia ”cruciale garantire la riduzione dei tempi di pagamento” della Pubblica amministrazione entro ”i limiti di 30-60 giorni fissati dalla direttiva Ue” per ridare ossigeno alle piccole e medie imprese