Aumento Iva, la conferma di Tria: “Misure alternative non si possono adottare oggi”. Se non ora quando?

di Dini Casali
Pubblicato il 17 Aprile 2019 - 11:44 OLTRE 6 MESI FA
Aumento Iva, la conferma di Tria: "Misure alternative non si possono adottare oggi". Se non ora quando?

Aumento Iva, la conferma di Tria: “Misure alternative non si possono adottare oggi”. Se non ora quando?

ROMA – Nel Def licenziato da questa maggioranza, cioè il documento di economia e finanza che mette in fila tutte le misure economiche e finanziarie del governo in vista della legge di bilancio (e infatti si chiamava documento di programmazione economico-finanziaria), la voce aumento Iva che impatta per 23 miliardi di euro è scritta nero su bianco. Ora il ministro dell’Economia, interpellato proprio sul Def in Parlamento, lo ha confermato ufficialmente a dispetto dell’ostinazione con cui Di Maio e Salvini ripetono che no, non ci sarà, è escluso. 

Senza dire però quali siano le “misure alternative”: usiamo le virgolette perché, un po’ come la locuzione “salvo intese” nello stesso Def, l’invocazione di un altro modo di reperire risorse per rispettare i vincoli di bilancio ed evitare che il debito continui a crescere sul Pil, resta ambigua, differita nel tempo, impiccata a una trattativa politica  oltremodo scivolosa alla vigilia delle elezioni.

Il realista Tria deve però ammettere che “è inutile pensare che le misure alternative si possano definire oggi”. L’Iva aumenterà, peserà circa 1200 euro annui in media a contribuente (senza progressività alcuna), deprimerà i consumi interni (sebbene il governo calcoli un non drammatico meno 0,2%). Questa è la realtà, se non lo è significa che il Def non racconta la verità non su questo o quell’aspetto tecnico-finanziario, ma sulla misura più rilevante che impegna il governo in campo economico di qui ai prossimi mesi. 

Tria: “A legislazione vigente l’Iva aumenta”. “La legislazione vigente in materia fiscale è confermata in attesa di definire, nei prossimi mesi, misure alternative”. Così il ministro dell’Economia Giovanni Tria in audizione sul Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, dove ha confermato che “lo scenario tendenziale (del Def, ndr) incorpora gli incrementi dell’Iva e delle accise dal 2020-2021”. “Confermo quello che è scritto nel Def: valuteremo misure alternative” all’aumento dell’Iva ma “è inutile pensare che le misure alternative si possano definire oggi”, ha specificato.

Sulle rimodulazioni dell’Iva o sulla flat tax circolano “stime e simulazioni fatte anche un anno fa, a luglio scorso”, ha aggiunto il ministro rispondendo alle domande di deputati e senatori sul Def, sottolineando che il documento “presenta obiettivi di debito e deficit confermando la legislazione vigente. L’aumento Iva è a legislazione vigente e questo Def non cambia questa legislazione, lascia aperto a quello che verrà deciso in seguito al dibattito politico e alle analisi di compatibilità che si stanno portando avanti” su “misure alternative”.

“Misure alternative non si possono adottare oggi”. Su “particolari” proposte di flat tax o rimodulazioni dell’Iva, ha spiegato Tria, circolano “stime fatte anche un anno fa. Si possono fare stime di ogni tipo, di vari disegni possibili di modifiche delle aliquote Irpef più o meno avanzate secondo una certa progressione. E’ ovvio che al Mef le stime su possibile misure sono fatte in continuità. Alcune cose uscite sulla stampa riguardano stime fatte circa un anno fa, nel luglio scorso”. “E’ legittimo – ha concluso – che nel Paese si discuta di possibili riforme in una direzione o nell’altra” ma le decisioni saranno “del dibattito politico” e le misure alternative “non si possono adottare oggi”.

Banca d’Italia: senza l’aumento Iva disavanzo al 3,4% nel 2020. Per Eugenio Gaiotti, capo economista di Bankitalia, se non si attueranno gli aumenti automatici dell’Iva, previsti a legislazione vigente, “il disavanzo si collocherebbe meccanicamente al 3,4% del prodotto nel 2020, al 3,3% nel 2021 e al 3% nel 2022”. (fonte Ansa)