Balneari pronti allo sciopero, dalla Romagna a Mondello: chiedono garanzie sulle concessioni e sui bandi

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 20 Febbraio 2022 - 08:36 OLTRE 6 MESI FA
Balneari

Balneari, Retromarcia di Fratelli d’Italia

Balneari pronti allo sciopero. Contestano i nuovi criteri sulla assegnazione di una o più concessioni balneari. Cioè gare aperte a tutti, incluse microimprese ed enti del Terzo settore. 

Dal primo gennaio 2024 le spiagge italiane tornano libere; chiunque potrà partecipare alle gare. Le attuali concessioni continuano comunque ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2023.  Annullata dunque la proroga di dieci anni. Poi la svolta.

Il tema scotta, da Nord a Sud. Dalle 1.067 imprese balneari dell’Emilia Romagna (ben 427 nella sola provincia di Rimini) ai tremila tratti di coste siciliane.

Dopo 110 anni al bando andrà pure la celebrata spiaggia di Mondello, a due passi da Palermo

È la spiaggia con gli stabilimenti che parlano  di Bella Epoque e aristocrazia. E sono furibondi i chioschisti di Venezia.

Più tranquilli (pare) i gestori di chioschi, bar, piscine e lidi esclusivi che si affacciano sui laghi.   Ma le turbolenze dei balneari (spaccati) continuano. La riforma storica – voluta dalla Ue, accolta dal governo Draghi sennò addio ai miliardi del Pnrr – ha spaccato pure la maggioranza.

Ora sarà bene ricordare alcune cose.

1) DIRETTIVA BOLKESTEIN – La riforma Ue scritta dal Commissario europeo, l’olandese Frederik Bolkestein, ai tempi della presidenza Prodi (sostituì Mario Monti), è  importante. Si ispira a valori condivisibili come la libera circolazione dei servizi, l’eliminazione dell’eccesso di burocrazia, le autorizzazioni discriminatorie.

2) IL VALORE DELLE IMPRESE – Va salvaguardato. Non vanno dimenticati gli investimenti fatti, l’occupazione, le professionalità acquisite nel gestire (bene) lo spazio demaniale.

3) I CRITERI DEI BANDI DI GARE – Oltreche chiari dovranno tener conto di fattori molto importanti come l’insieme degli standard qualitativi dei servizi, la sostenibilità sociale e ambientale del piano degli investimenti. Quanto al rischio del rialzo del canone demaniale dovrà essere escluso dal bando. Deve predeterminarlo per legge lo Stato.

4) AMMETTERE REGIONI E COMUNI – È necessario un loro coinvolgimento. Per assicurare che il paesaggio venga valorizzzato e gli elementi identitari di una costa  siano rispettati attraverso la qualificazione della offerta turistico-balneare che tenga conto delle peculiarità dei diversi territori.

5) IL NUMERO MASSIMO DI CONCESSIONI – Occhio agli ingordi, ai furbetti dell’ombrellone. È importante stabilire quante concessioni possono essere rilasciate  ad ogni operatore economico.  Bisogna garantire la pluralità e differenziazione dell’offerta nell’ambito territoriale di riferimento. E determinare i limiti minimi e massimi di durata delle concessioni. Ma soprattutto agire in fretta e buon senso.