Bankitalia: dopo il debito pubblico, anche il debito privato. Ecco il “deficit” nei bilanci delle famiglie

Pubblicato il 6 Settembre 2010 - 21:03 OLTRE 6 MESI FA

In un anno, quello della crisi, gli italiani si sono indebitati di più. Non solo per far fronte ai consumi però, perchè la maggior parte dei nuovi prestiti richiesti dalle famiglie sono relativi ai mutui, a lungo termine, per l’acquisto di casa. Preoccupati i consumatori che parlano di famiglie ”al collasso” che ormai non riescono più neanche a contrarre debiti.

Il quadro dell’indebitamento delle famiglie lo fornisce la Banca d’Italia nel Supplemento al Bollettino statistico, dove però appare il dato comprensivo dell’effetto delle cartolarizzazioni, come prevedono il nuovo Regolamento Bce/2008/32 e alcune modifiche nelle segnalazioni statistiche di vigilanza, in vigore dal giugno 2010, che comportano, spiega la nota metodologica di Bankitalia, una ”discontinuità statistica”: si passa infatti dai 479,7 miliardi del luglio 2009 ai 579,4 miliardi di luglio 2010. Con una crescita che in valore percentuale è del 20,8%.

In realtà, però, il dato non è omogeneo, in quanto dal giugno 2010, come spiega la nota metodologica di Bankitalia, ”la serie storica dei prestiti include tutti i prestiti cartolarizzati, o altrimenti ceduti, che non soddisfano i criteri di cancellazione previsti dai principi contabili internazionali (Ias), in analogia alla redazione dei bilanci.

L’applicazione di tali criteri, quindi, ha comportato la re-iscrizione in bilancio di attività precedentemente cancellate” e rende quindi non comparabili i dati in valore assoluto riportati nel bollettino di Bankitalia. Tenendo conto dei dati non corretti per le cartolarizzazioni, secondo la definizione armonizzata dell’Eurosistema, a luglio 2010, il tasso di crescita dei prestiti totali è risultato quindi pari al 2,9%, valore lievemente inferiore a quello del mese precedente (3%); inalterato il tasso di crescita annuale dei prestiti alle imprese (-0,5%) mentre quello dei prestiti alle famiglie accelera all’8,3% dal 7,9% di giugno (con un +9% per l’acquisto dell’abitazione).

Il tasso di crescita dei prestiti totali corretto per le cartolarizzazioni scende all’1,6% (2% in giugno). Per Adusbef e Federconsumatori si tratta di ”un vero e proprio segnale di allarme circa la condizione delle famiglie” in particolare per quanto riguarda ”la caduta del credito al consumo”. Mentre secondo il Codacons la crescita dei debiti delle famiglie dimostra che queste ”sono al collasso”.

”Già di per sé – spiegano Adusbef e Federconsumatori – è grave quando le famiglie sono costrette a ricorrere all’indebitamento per i consumi, ma diventa allarmante quando le famiglie non sono neanche più in grado di indebitarsi, indice questo di una forte caduta della fiducia nelle prospettive del Paese”. Secondo il Codacons il fatto che le famiglie abbiano aumentato ulteriormente i debiti ”è la prova del nove che sono al collasso. Ormai arrivare alla fine del mese senza indebitarsi è un privilegio che pochi possono permettersi”.