Bankitalia: "Manovra sproporzionata. Avrà effetti restrittivi e depressivi"

Pubblicato il 30 Agosto 2011 - 19:50 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La manovra di aggiustamento dei conti e' inevitabile, ma, cosi' sproporzionata sulla leva fiscale, potrebbe avere effetti ''restrittivi'' e ''depressivi'' sull'economia gia' fiacca del nostro Paese.

L'allarme arriva da Bankitalia e Corte dei Conti i cui dubbi sul decreto di ferragosto convergono sullo stesso punto: l'aumento della pressione fiscale su lavoratori e imprese rischia di compromettere la crescita, cioe' proprio l'obiettivo su cui si dovrebbe puntare di piu', ma che invece latita nelle pagine del provvedimento.

Via Nazionale e magistratura contabile, ascoltati in audizione al Senato insieme a Istat e Cnel, hanno espresso le loro perplessita' mostrando tutti i limiti di un testo che pero', nel frattempo, e' uscito profondamente modificato dal vertice di Arcore. Non stupisce dunque che nelle audizioni siano stati pochissimi i riferimenti alle pensioni e che sia stato soprattutto il capitolo tasse a finire sotto la lente di ingrandimento.

''L'aggiustamento dei conti, necessario per evitare uno scenario ben piu' grave, avra' inevitabilmente effetti restrittivi sull'economia'', ha osservato il vicedirettore generale della Banca d'Italia, Ignazio Visco, avvertendo sul rischio di ''una fase di stagnazione che rallenterebbe anche la flessione del peso del debito sul pil''.

Del resto quest'anno, cosi' come stimato anche dal presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, la crescita restera' con ogni probabilita' sotto l'1%, indebolendosi ulteriormente nel 2012. Per questo, ha proseguito Visco, il riequilibrio dei conti dovrebbe andare di pari passo ''ad una politica economica volta al rilancio delle prospettive di crescita della nostra economia''.

Bankitalia, che pure riconosce la risposta ''rapida ed efficace'' alla lettera inviata al governo insieme alla Bce, torna dunque a dettare la sua agenda (dall'anticipo al 2012 dell'innalzamento dell'eta' pensionabile delle donne nel settore privato alla riforma degli ammortizzatori sociali), mettendo pero' al primo posto la riduzione della pressione fiscale, che nel 2014 raggiungera' altrimenti il record storico del 44,5%.

Un cifra calcolata anche dalla Corte dei Conti, preoccupata per le stesse criticita': ''il ricorso prevalente alla leva fiscale, quasi 3/4 della manovra, determina la compressione del reddito disponibile e accentua i rischi depressivi'', ha sottolineato il presidente Luigi Giampaolino, mettendo in guardia anche dall'impatto della Robin tax. L'aumento dell'imposta potrebbe avere infatti ''effetti indesiderati'', non solo per consumatori e imprese ma anche per il Tesoro che dalle maggiori imprese energetiche del Paese riceve ogni anno sostanziosi dividendi.

Punto essenziale e' infine quello della lotta all'evasione fiscale, per la quale l'Istat suggerisce di ridurre le partite Iva e il ricorso ai condoni. Secondo Giovannini hanno avuto infatti ''un effetto negativo sul gettito complessivo, sulla pace fiscale tra categorie di contribuenti e sulla fedelta' al fisco''.