Bce e l’acquisto dei bond dei Paesi Ue: Merkel in bilico tra Draghi e Weidmann

Pubblicato il 18 Settembre 2012 - 15:45 OLTRE 6 MESI FA
Angela Merkel (Foto Lapresse)

BERLINO – In bilico tra la Banca centrale europea e quella tedesca: è la delicata posizione del cancelliere tedesco Angela Merkel sull’acquisto dei bond. Come sottolinea il Wall Street Journal, Merkel ha ribadito il proprio appoggio al programma di acquisto dei Titoli di Stato dei Paesi in difficoltà cercando però di non rigettare del tutto la posizione anti-aiuti della Bundesbank.

Merkel appoggia Mario Draghi, ma sta bene attenta a non isolare il governatore centrale tedesco, Jen Weidmann, fortemente critico sull’acquisto di bond.

Ribadendo la posizione del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, la cancelliera ha respinto l’idea di una supervisione su tutte le banche della zona euro da gennaio.  Per Merkel è più importante creare una base di regole robuste che permetta di recuperare la fiducia dei mercati finanziari.

La cancelliera difende la politica della Bce come “motivata da questioni di politica monetaria”. Weidmann ha detto l’unico “No” alla proposta di Mario Draghi di acquistare i bond, ma secondo Schaeuble avrebbe dovuto evitare di manifestare così apertamente il proprio dissenso.

Secondo Draghi, economista con un master al Mit, le politiche della Bce sono in linea con la sua missione principale di assicurare la stabilità dell’euro.

Con la mossa del governatore Draghi, la Bce può comprare Titoli di Stato da uno a tre anni dei Paesi della zona euro, e senza limiti. Ma Draghi non ha specificato i dettagli del programma di acquisti.

La Bundesbank resta una delle istituzioni in cui i tedeschi hanno fiducia. Sarebbe una batosta per Merkel se Weidmann venisse così isolato per le proprie critiche alla politica della Bce da arrivare a dimettersi come il suo predecessore Axel Weber.

Secondo Merkel “è naturale che il presidente della Bundesbank esprima le proprie considerazioni sull’euro e sul suo futuro. Per il cancelliere l’eurozona soffre di una crisi di credibilità per gli errori commessi nel passato. Per questo motivo si è rifiutata di alleggerire la Grecia e altre aree deboli dell’Unione dalla responsabilità di riformare le proprie economie.

Ma per quanto riguarda l’Italia, un’eventuale richiesta di aiuti non è venuta fuori neppure nell’ultima, recente, telefonata con il presidente del Consiglio italiano Mario Monti.