Bce. Bazooka da 50 mld al mese (1100 totali) Borse positive. Volatilità in vista

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Gennaio 2015 - 09:12 OLTRE 6 MESI FA
Bce. Borse positive, aspettando bazooka da 1100 mld. Le previsioni dei gestori

Bce. Borse positive, aspettando bazooka da 1100 mld. Le previsioni dei gestori (infografica Ansa)

ROMA – Bce. Borse positive, aspettando bazooka da 1100 mld. Le previsioni dei gestori. Il piano di acquisti di Bond sovrani da parte della Bce dovrebbe partire a marzo prossimo per poi terminare alla fine del 2016, l’ammontare complessivo del programma dovrebbe aggirarsi sui 1.100 miliardi di euro. La cifra appare in linea  con il proposito del presidente della Bce Mario Draghi di espandere il bilancio della Banca centrale verso i livelli d’inizio 2012 aumentandolo quindi di circa 1.000 miliardi. Le Borse hanno reagito positivamente consolidando i rialzi delle ultime sedute in attesa della mossa di Draghi.

Gli operatori, spiegano, si sono già posizionati per l’appuntamento, e dopo una breve fase imprevedibile nel breve periodo, i mercati dovrebbero riprendere il trend in atto, con spread ancora sui minimi ed euro debole sul dollaro. Così si spiega la discesa ieri dell’Euribor a un mese sotto zero, con il tasso utilizzato spesso per indicizzare i mutui a tasso variabile finito a -0,004% (+0,055% l’Euribor a 3 mesi). La possibile turbolenza nel breve sui mercati spiega poi il nuovo balzo dell’oro, per la prima volta da agosto salito stamane in Asia sopra i 1.300 dollari (+0,6% a 1.303,63).

“La Bce non può permettersi di deludere le attese”, segnala William de Vries, a capo del reddito fisso di Kempen Capital Management, secondo il quale la decisione della Bce “potrebbe anche essere il punto di partenza di un’ulteriore turbolenza sui mercati”. Di probabile volatilità parla anche Allianz Global Investor che conferma “un posizionamento neutrale tra investimenti azionari e obbligazionari” e vede margini di salita per l’azionario Ue, dove però “i dividendi resteranno probabilmente una componente essenziale della performance”.

“Ci sono molte attese, molti punti di incertezza che possono portare a un po’ di volatilità”, spiega Luca Noto, gestore dell’obbligazionario di Anima sgr. “Siamo positivi sul Btp, abbiamo ridotto un po’ le posizioni prudenzialmente perché ci aspettiamo un po’ di volatilità in più nei prossimi giorni – aggiunge -. Ma la nostra idea è che lo spread continui a scendere”. Quanto al rapporto euro-dollaro, “la divergenza delle banche centrali continuerà a mantenere questo trend”.

Vede possibili turbolenze anche Mickael Benhaim di Pictet (co-head of global & regional bonds), secondo il quale “il potenziale Qe della Bce prelude a un’impennata della curva dei rendimenti”, anche “più ampia rispetto a quella dei Treasury Usa nel 2010”, e “un ulteriore indebolimento dell’euro”.  Per il capo economista di Axa, Eric Chaney, la Bce potrebbe annunciare “volumi ancora maggiori” rispetto ai 500-600 miliardi probabili, per “dimostrare la sua determinazione a rispettare il target inflazionistico”.

Ma una “decisione di far acquistare i titoli dalle banche centrali nazionali anziché dalla Bce stessa probabilmente sarebbe accolta male dal mercato”. Secondo Andrew Bosomworth, a capo delle gestioni Pimco in Germania, nel Qe il “diavolo” andrà cercato “nei dettagli”: se e come la banca ripartirà cioè tra le singole banche centrali nazionali rischio, entità dell’operazione e distribuzione.

“Abbiamo iniziato l’anno con un sovrappeso di azionario Usa e Giappone contro-bilanciato da un sottopeso di emerging market ed un peso neutrale di azionario euro – racconta Manuela D’Onofrio, responsabile investimenti di UniCredit -. A seconda delle caratteristiche del Qe che verrà annunciato, prenderemo in considerazione l’eventuale alleggerimento dell’azionario Us a favore dell’area euro”.

In attesa del Qe “la nostra prima mossa è stata aumentare l’esposizione sui titoli indicizzati all’inflazione – racconta Cosimo Marasciulo, responsabile portafogli obbligazionari governativi di Pioneer Investments (Unicredit) -. Il Btp Italia per esempio pensiamo possa performare meglio dei titoli nominali e offrire valore. Poi abbiamo alleggerito i portafogli dai titoli tedeschi sulla curva decennale, che hanno tassi troppo bassi e infine abbiamo deciso di rimanere costruttivi su dollaro e sterlina”.