Bce: Draghi e Weber i principali candidati per il dopo Trichet

Pubblicato il 16 Febbraio 2010 - 09:59 OLTRE 6 MESI FA

Si è aperta la partita per il rinnovo dei vertici della Banca centrale europea (Bce). L’Eurogruppo, riunito lunedì a Bruxelles, ha infatti scelto il prossimo vicepresidente, al posto del greco Luca Papademos in scadenza di mandato. Sarà il portoghese Vitor Constancio. Una scelta che potrebbe rivelarsi determinante ai fini della decisione più importante: quella di chi nell’ottobre 2011 dovrà succedere a Jean-Claude Trichet sulla poltrona più alta dell’Eurtower.

Per ora per il dopo Trichet non c’è nessuna candidatura ufficiale: ma quello che si prefigura è un duello tutto italo-tedesco, tra il governatore di Bankitalia e responsabile del Financial Stability Board, Mario Draghi, e il numero uno della Bundesbank, Axel Weber.

Constancio, 66 anni, economista di estrazione socialista, attualmente governatore della Banca nazionale del Portogallo, ha superato la concorrenza degli altri due candidati: il lussemburghese Yves Mersch e il belga Peter Praet. La sua nomina dovrà essere formalizzata dall’Ecofin e ottenere poi il duplice via libera nelle prossime settimane del Parlamento europeo e del Consiglio della Bce. Prima della ratifica finale della nomina da parte del Consiglio Ue dei capi di Stato e di governo di marzo.

Sono in molti gli osservatori a sostenere che la scelta di Constancio apre la strada alla nomina di Weber alla presidenza, in base a un criterio di ripartizione geografica: se il vicepresidente è del sud dell’Europa, il presidente deve essere del nord. Un criterio però che – spiegano altri osservatori – non è scritto in nessun trattato o norma europea e che contrasta con un altro criterio, quello della scelta in base alle capacità e all’esperienza dei candidati.

Di certo c’è che Constancio è stato esplicitamente sponsorizzato da Berlino, incassando anche l’appoggio di Parigi. E non sono in pochi a credere che l’asse franco-tedesco sia in azione anche sulle nomine ai vertici della Bce. Col governo francese pronto a sostenere la candidatura Weber in cambio di un posto nel board della banca centrale, anche dopo l’uscita di Trichet. Magari piazzando un suo uomo sulla poltrona dell’austriaca Gertrude Tumpel-Gugerell in scadenza nel maggio 2011. E – dicono i ben informati – ottenendo per il suo rappresentante la carica di capo economista della Bce, oggi ricoperta dal tedesco Jurgen Stark.

Ma non tutti sono così convinti che i giochi siano chiusi. Non solo perchè alla successione di Trichet mancano venti mesi. Ma anche perchè c’è una serie di Paesi che non accetterebbero di buon grado il dominio franco-tedesco: dall’Olanda all’Austria, dalla Spagna alla Grecia, dalla Slovenia alla Slovacchia. Un gruppo di capitali che potrebbe dunque ostacolare la corsa di Weber. Il quale, rispetto a Draghi, godrebbe tra l’altro di minori simpatie: sia in molti ambienti Ue, dove è visto come un ‘falco’, un impulsivo, poco incline al compromesso; sia in patria, dove è criticato per mancanza di sufficiente indipendenza nei confronti del governo Merkel.