Bce, giù i tassi, giù la rata solo dei mutui a tasso variabile

Pubblicato il 3 Maggio 2013 - 10:16 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Bce, giù i tassi, giù la rata solo dei mutui a tasso variabile. Il taglio del tasso di riferimento di Draghi (0,25%) si propone di abbassare il costo del denaro, giunto ormai al suo minimo storico (0,50%), per consentire crediti più facili al settore privato e mutui meno onerosi alle famiglie. Soprattutto in quei paesi, come Italia e Spagna, dove la crisi del debito e gli attacchi speculativi hanno indotto, e inducono le banche (che in pancia conservano grandi quantità di titoli di Stato oggetto di speculazione) a un atteggiamento di prudenza giudicata eccessiva. Per costringerle a utilizzare i prestiti Bce e approfittare delle migliori condizioni di finanziamento, Draghi sta disponendo anche tassi negativi per i depositi alla Bce, un disincentivo al “parcheggio” delle risorse per rimetterle invece nel circuito economico.

Cosa cambia ora per famiglie e imprese? La Cgia di Mestre ha calcolato che le famiglie risparmieranno in media 1,23 miliardi di euro l’anno, le imprese 2,39. Il beneficio medio annuo a famiglia sarà di 49 euro, mentre per ogni impresa si calcola una riduzione della spesa media annua pari a 461 euro. Vista dall’America, la mossa di Draghi suscita più scetticismo che entusiasmo: per il New York Times c’è ben poco che la banca centrale possa fare per i paesi più deboli (anzi, saranno i forti, le imprese tedesche ad avvantaggiarsene), per il Wall Street Journal si è rotta la catena che trasferisce il calo dei tassi su imprese e famiglie. Per l’inglese Economist, addirittura, “la Bce ha perso il controllo dei tassi in Italia e Spagna”.

Mutui. Non è che cambierà così tanto e comunque l’impatto del taglio del tasso di riferimento riguarderà solo i mutui a tasso variabile. Per gli altri sarà nullo, gli altri essendo indicizzati al tasso Euribor (tasso d’interesse medio nelle transazioni tra banche). Tutto dipende ancora dallo spread, sperando che la svolta della Bce ne determini ulteriori diminuzioni. Anche perché è quello spread che le banche aggiungono ai propri tassi quando si tratta di erogare un prestito o stipulare un mutuo. Dice Roberto Anedda di MutuiOnline.it che “adesso lo spread sul tasso fisso oscilla tra il 3,2% e il 3,3% e sul variabile tra il 3,1 e il 3,2%, ma un anno tra febbraio e marzo era rispettivamente tra il 3,6-3,7% e tra il 3,5.3,6%”.