Bce, Trichet, attento all’Egitto, rassicura sull’inflazione: “L’aumento si attenuerà”

Pubblicato il 3 Febbraio 2011 - 19:05 OLTRE 6 MESI FA

FRANCOFORTE – I tassi d’interesse all’1% restano ”adeguati”, perché l’inflazione nel medio termine dovrebbe attenuarsi. Ma la crisi che infiamma l’Egitto e il Nord Africa rappresenta una variabile di cui tenere conto, e la Banca centrale europea vi presta ”estrema attenzione”.

E’ un Trichet che smussa lievemente i toni anti-inflazione quello che oggi, 3 febbraio, in conferenza stampa all’Eurotower ha spiegato che sì, è vero, l’inflazione dell’area euro è balzata al 2,4% a gennaio (2,2% un mese prima). Ma si tratta di un”accelerazione ”ampiamente anticipata” e che ”riflette in gran parte il rialzo dei prezzi energetici”. Ecco perché – ha proseguito il banchiere francese – a fronte delle ”pressioni di breve termine al rialzo” sui prezzi, nel medio periodo ”la stabilità dei prezzi (ossia un’inflazione vicina ma non superiore al 2%) dovrebbe essere mantenut, attraverso l’impegno fondamentale – ribadito in continuazione dal banchiere centrale – ad ”ancorare fermamente le aspettative inflazionistiche”.

Una posizione cauta che ha un po’ deluso i mercati (che hanno reagito con un rialzo del bund tedesco e un calo dell’euro). Sul finire delle contrattazioni nel Vecchio Continente la moneta unica è precipitata a 1,3630 dollari da 1,3810 segnato in chiusura a New York ieri sera. Scivola a 111,79 yen nei confronti della valuta del Sol Levante e cala a 0,8446 pence contro la sterlina.

Anche se Trichet spiegato di aver mantenuto la stessa identica valutazione di tre settimane fa, data del precedente ‘board’, e ha rinviato ulteriori valutazioni sui prezzi al ”rendez vous” di marzo, fra un mese, quando annuncerà le nuove ‘staff projections’ probabilmente rialzando le stime sull’inflazione 2011 (attualmente all’1,5%).

Per il momento, la Bce sembra puntare sul fatto che l’attuale aumento dell’inflazione, trainato principalmente dalle materie prime (il petrolio di qualità ‘brent’ è volato oltre i 100 dollari), a fine anno dovrebbe rientrare. Ma l’incertezza geopolitica aperta dalla crisi divampata in Nord Africa, che rischia di allargarsi, è un’incognita perché pone un’ipoteca sulla stabilità della regione.

L’Egitto, con il controllo del canale di Suez, è già di per sé un Paese d’importanza strategica per chi scambia barili di greggio; e lo è a maggior ragione in quanto Stato-chiave degli attuali equilibri geopolitici in Medio Oriente. Ecco perché Trichet ha detto di porre ”estrema attenzione agli sviluppi geopolitici” che ”potrebbero avere un impatto” sul mandato della stabilità dei prezzi.

Nessuna anticipazione – da Trichet – sui negoziati in corso a livello europeo che dovrebbero portare a un rafforzamento del fondo salva-stati consentendo allo European Financial Stability Facility anche di comprare titoli di Stato. Se ne parlerà domani al Consiglio Ue e Trichet si è diplomaticamente limitato ad auspicare uno strumento ”il più flessibile ed efficace possibile”. E nel ribadire quanto ”essenziale” sia che i governi aggiustino i bilanci adottando manovre correttive ove necessario, il banchiere francese ha rassicurato: ”non c’è nessuna crisi dell’euro”.

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