Benzina oltre 1,8 al litro per accise regionali e costi di distribuzione

Pubblicato il 1 Febbraio 2012 - 12:41 OLTRE 6 MESI FA

(Lapresse)

ROMA – Si interrompe la tregua sul fronte dei prezzi della benzina: nel fine settimana, infatti, sono ripartiti gli aumenti e il carburante ha già sfondato quota 1,80. Se già ci eravamo allarmati da soli, Gabriele Dossena dalle colonne del Corriere della Sera, ci avverte che le preoccupazioni non sono finite per niente.

“Con il nuovo aumento dell’Iva del 2% che scatterà dal 1° ottobre, su ogni rifornimento la «tassa sulle tasse» salirà al 23%”. Ecco cosa succede, visto che il prezzo della benzina non accenna a scendere: “Il Fisco l’anno scorso ha incassato 32 miliardi e mezzo, pur senza raffinare una sola goccia di petrolio ma semplicemente attraverso il più comodo prelievo fiscale, quest’anno si prepara a fare festa con maggiori e più consistenti introiti. Certo non c’è solo il Fisco. Al di là delle fluttuazioni delle quotazioni del greggio e dell’andamento del cambio tra euro e dollaro, sul caro carburanti assume un certo peso anche l’inefficienza di una rete distributiva”, spiega il Corriere.

Esso ha aumentato di 1 cent il prezzo della benzina, mentre  IP è salita di 3 cent sulla verde, mentre è scesa di 1 cent sul diesel; Tamoil ha aumentato di 0,6 centesimi il prodotto leggero. Emerge dal monitoraggio quotidianoenergia.it. Il prezzo medio della benzina va oggi dall’1,760 euro degli impianti Eni all’1,766 di quelli IP e Tamoil. Per il diesel si passa dall’1,716 euro di IP all’1,722 di Tamoil. Il Gpl è tra lo 0,745 euro/litro di Eni e lo 0,756 di TotalErg e Tamoil (no-logo a 0,728).

Perché succede tutto questo? Il Corriere dice: “Al di là delle fluttuazioni delle quotazioni del greggio e dell’andamento del cambio tra euro e dollaro, sul caro carburanti assume un certo peso anche l’inefficienza di una rete distributiva. Tema sul quale si è cimentato pure il governo con l’emanazione di specifici decreti nell’ambito delle liberalizzazioni. Al netto di tutto questo, è comunque bene mettersi sin d’ora l’anima in pace: con il nuovo aumento dell’Iva del 2% che scatterà dal 1° ottobre, su ogni rifornimento la «tassa sulle tasse» salirà al 23%. Anche nell’ipotesi di un rallentamento dei consumi di benzina e gasolio, determinato da una riduzione degli spostamenti causa crisi e da un minore utilizzo delle automobili, le casse dell’erario, c’è da starne certi, non ne risentiranno”