Berlusconi, la fantasia al potere: una “frustata” e Pil italiano triplicato, Germania stracciata

di Lucio Fero
Pubblicato il 31 Gennaio 2011 - 15:35 OLTRE 6 MESI FA

ROMA-Difficile dire se gli vengano d’impulso oppure se siano frutto di studio, certo è che sono ambiziose, anzi improbabili, anzi meravigliose, anzi campate in aria. L’ultima di Berlusconi, consegnata per lettera autografa al Corriere della Sera, è quella della “Frustata”. Una frustata d’energia che neanche lo spot della Red Bull, una frustata che porta l’aumento del Pil italiano al “Tre, quattro per cento nei prossimi quattro, cinque anni”. Tralasciamo per il momento il “come”, concentriamoci sull’entità della “frustata”. Per il 2011 l’Ocs, il Fmi, la Commissione Europea, la Bce, Bankitalia e perfino il governo italiano prevedono per l’Italia un aumento del Pil dell’uno/ uno ne mezzo per cento al massimo. Stessa previsione per il 2012 e poi chissà. D’improvviso Berlusconi raddoppia e triplica. Può succedere, è nell’ordine delle cose possibili in questo mondo? E’ possibile che l’Italia “stracci” la Germania che prevede per il 2011 e 2012 aumenti del suo Pil tra il due e il tre per cento e non di più? Non c’è bisogno di un economista, basta un ragioniere per dubitare.

Stracciare la Germania? Nel frattempo la Germania della Merkel sta facendo sapere a tutti gli altri europei che è giunta l’ora di fare i conti. Conti che dicono che la Germania produce 120 miliardi più di quanto spende mentre Spagna e Italia spendono quaranta miliardi ciascuna più di quanto producono e Pertogallo e Grecia spendono ciascuna venti miliardi più di quanto producono. Guarda caso fa 120. La Merkek sta dicendo agli europei: se volete che con i “nostri” 120 miliardi garantiamo i “vostri” 120, ci sono tre condizioni da rispettare. Prima: la possibilità della “ristrutturazione del debito”, cioè che uno Stato dichiari che pagherà i suoi debiti in tempi più lunghi e non al cento per cento, insomma la possibilità che chi ha speculato ci rimetta. La questione vale per la Grecia e punisce la Grecia che ha imbrogliato i conti pubblici e vale da monito per chi volesse provare a fare altrettanto. Seconda condizione: l’inserimento in Costituzione in tutti i paesi, la Germania ce l’ha già, del vincolo al pareggio di bilancio. Insomma il divieto di vivere creando deficit su deficit come obbligo costituzionale. La terza condizione è un controllo europeo, europeo e tedesco, sulle politiche di bilancio e fiscali dei singoli paesi. Queste due ultime condizioni, soprattutto la terza, riguardano da vicino l’Italia, anzi la chiamano per nome e cognome.

Berlusconi scrive al Corriere che mai e poi mai nuove tasse e che tutto si risolverà con la “frustata del Pil”, qualcosa che farebbe dell’Italia il paese leader in classifica in Europa per ricchezza prodotta. Una frustata di fantasia.