Borsa, gli esperti ai risparmiatori: “Non vendete, né comprate”

Pubblicato il 5 Agosto 2011 - 10:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Milano ore 9: un venerdì nero gridano i giornali, considerati anche i pessimi risultati di Wall Street il giorno prima e dell’Asia della notte. Ore 10: sospesi titoli importanti, non solo bancari, per eccesso di volatilità. Ore 11: Piazza Affari azzera il crollo, Unicredit e Telecom  guidano la riscossa. Volatilità, in questi giorni, non è solo il termine tecnico che designa la variabilità del prezzo di un’attività finanziaria: è il sentimento dominante, lo stato d’animo di estrema incertezza che preoccupa il risparmiatore normale, confonde il cronista economico, preoccupa il cittadino.

La crisi delle borse mondiali impoverisce i risparmiatori e gli operatori di borsa consigliano ai risparmiatori di non vendere e di non comprare. Il consiglio va specialmente ai privati e agli investitori non professionisti, che presi dal panico vedendo le azione calare del 10 per cento e gli indici colare a picco abbiano l’idea di liberarsi nell’immediato di quei titoli che valgono ormai quanto carta straccia, ma devono tenere i nervi saldi ed attendere a vendere. Sconsigliato anche lasciarsi tentare dai prezzi di saldo e passare all’acquisto  nel clima altalenante della borsa negli ultimi giorni.

Vendere in questo momento sarebbe un dramma per il risparmiatore, poiché le perdite divengono effettive solo una volta che la vendita è terminata, a meno che non si scelga di liberarsi di azioni o titoli che sicuramente non vedranno rialzo, il cui rischio era già noto all’acquisto, per poi rientrare sul mercato con azioni e reddito fisso in tempi migliori. Anche comprare è escluso: un ulteriore ribasso nei prossimi giorni comporterebbe un prezzo di acquisto migliore, ma anche perdite nel caso di acquisto odierno. se l’investitore intende comunque acquistare la scelta migliore è la diversificazione settoriale e geografica degli investimenti, oltre che un’attenta valutazione del capitale da investire.

Il consiglio per gli investitori che hanno puntato sui titoli di Stato è invece quello di attendere il termine di scadenza naturale, momento in cui verrà restituito il valore nominale dell’obbligazione, che non tiene conto dei titoli analoghi sui mercati secondari. Il motivo è semplice: l’unica possibilità di perdere l’intero valore alla scadenza è quella che lo Stato fallisca, una prospettiva al momento inverosimile per l’Italia. Al risparmiatore dunque non resta che pazientare e mantenere la calma, seguendo l’evoluzione delle borse che ormai sembrano un ottovolante impazzito.