Crisi, borse a picco. Dopo il mercoledì nero, Asia a ribasso ma contiene le perdite

Pubblicato il 11 Agosto 2011 - 08:46 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Dopo il mercoledì nero, che ha visto tonfare le Borse di tutto il mondo e in cui si sono susseguite voci di un prossimo downgrade francese, anche il giovedì si apre sotto i peggiori auspici. Apertura in ribasso per le borse asiatiche. Ma la bufera che ha investito mercoledì i mercati occidentali ha solo sfiorato le principali borse di Asia e Pacifico, che, dopo un avvio pesante, hanno man mano ridotto le perdite fino a chiudere poco sotto al pareggio, con Tokyo in calo dello 0,6%, Sidney (-0,1%) stabile e Shanghai e Seul (+0,7% entrambe) addirittura positive. I mercati asiatici hanno infatti invertito la rotta spinti dai futures su Wall Street (+186 punti base i contratti sul Dow Jones Industrial), che, all’indomani della tempesta, sono tornati a segnare il bel tempo come se niente fosse, e da una serie di risultati economici migliori delle attese, segno che l’economia reale, nonostante tutto, marcia ancora. E’ il caso di Nikon (+8,29%), colosso delle fotocamere e di Sumitomo Rubber Industries (+3,85%), gigante della gomma. Sulla scia, Milano si riprende, almeno sembra in apertura di Borsa: Ftse Mib segna un rialzo del 2,79% a 15.073 punti.

Il tutto arriva dopo un mercoledì in cui la terra ha iniziato a franare sotto i piedi. E’ stata un’altra giornata di ribasso in Europa e in America. I crolli delle borse europee sono state solo il preludio del tonfo serale di Wall Street con l’indice Dow Jones al minimo da quasi un anno, con un calo del 4,63 per cento che ha portato l’indice a 10.719 punti con un calo di ben 520 punti. E l’accelerazione delle perdite in chiusura di seduta ha pesato anche sul Nasdaq, che ha perso il 4,09 per cento a 2.381 punti. Non manca molto a che il Dow rompa al ribasso la soglia dei 10.000 punti, in un clima nel quale continua la fuga verso gli investimenti ritenuti sicuri: l’oro ha superato i 1.800 dollari all’oncia prima di chiudere a 1.784, comunque il massimo storico.

In casa italiana si tenta di correre ai ripari. In un mercoledì convulso il governo italiano si è incontrato a palazzo Chigi con le parti sociali e ha deciso di adottare le misure anticrisi per decreto legge in un Consiglio dei ministri straordinario previsto prima per il 18 agosto ma anticipato al 16. Presidente del Consiglio e ministri hanno così deciso di annullare le vacanze e operare, ovviamente, d’urgenza per evitare il peggio. Ma oltre agli annunci per ora non c’è nulla. Si sa solo che servono circa 35 miliardi subito. L’idea originaria era quella di prenderli andando a tagliare le pensioni di anzianità, ma la Lega non vuole. Si potrebbero trovare con una patrimoniale ma sarebbe l’eclissi definitiva del modello Berlusconi e del suo consenso. E chi glielo andrebbe a dire agli italiani che quel “meno tasse per tutti” era solo uno slogan?