Rischio Grecia per l’Ungheria. Giù le borse in tutta Europa, crolla l’euro. Resiste il pil italiano
L’ombra della Grecia si allunga sull’Ungheria: il Paese del centro-europa è in ”una grave situazione”, e parlare di un default ”non è una esagerazione”. A lanciare l’allarme è lo stesso governo di Budapest.
Il portavoce del premier Viktor Orban ha parlato di dati statistici del precedente governo “manipolati”, e che “mentono” sullo stato reale dell’economia del Paese.
La reazione dei mercati non si è fatta attendere, e il fiorino ha perso il 5,5 per cento del suo valore in 24 ore. Il governo ha promesso entro lunedì prossimo la diffusione di cifre concrete e un piano di riforme.
La precarietà della situazione si è diffusa a tutte le borse europee, trascinando con sé anche l’euro.
La moneta unica ha toccato i minimi da quattro anni, raggiungendo 1,1992 dollari. L’euro ha anche toccato il minimo storico dalla sua creazione rispetto al franco svizzero, scendendo per la prima volta a 1,386.
Insieme all’euro, le borse europee hanno toccato i minimi: dopo un’apertura in lieve rialzo hanno ripiegato in territorio negativo per poi accentuare le perdite a causa dei dati deludenti sull’occupazione negli Stati Uniti.
A fine seduta Parigi ha perso il 2,86 per cento, Londra l’1,6, Francoforte l’1,9 per cento. Ma le peggiori sono state Madrid, con meno 3,8 per cento, e Milano, che ha chiuso a meno 3, 7 per cento.
Tra le cause della giornata nera di borse ed euro ci sarebbero i problemi di bilancio pubblico dell’Ungheria, riconosciuti ieri dal partito di governo Fidesz, vincitore delle ultime elezioni. Secondo il vicepresidente Lajos Kosa, nel 2010 il deficit reale potrebbe essere ben al di sopra del 7 per cento del Pil, quasi il doppio del 3,8 per cento anticipato dalla precedente maggioranza. In questo modo per i magiari si profila una situazione simile a quella della Grecia.
Ad aggravare le tensioni sui mercati europei anche le voci di grandi perdite sui derivati di un importante istituto francese. In riferimento al suo presunto coinvolgimento, Société Générale si è rifiutata di commentare le notizie circolate in queste ore.
Il titolo della banca, la seconda più grande di Francia, attualmente perde il 5,24 alla Borsa di Parigi.
Sale invece il Pil italiano, che nel primo trimestre del 2010 ha mostrato un incremento dello 0,5 per cento, lontano dal meno 0,1 per cento registrato nel primo trimestre del 2009.
Nel resto d’Europa, la Germania ha mostrato un incremento del proprio Pil dello 0,2 per cento, mentre in Francia il prodotto interno lordo è salito dello 0,1 per cento.
In calo il Pil della Grecia (meno 0,8 per cento), mentre il Portogallo ha fatto registrare un balzo in avanti dell’1 per cento. In leggera ripresa anche la Gran Bretagna, con un più 0,3 per cento.
Ad aggravare questo scenario c’è anche il dato sull’occupazione Usa. In sé il numero è positivo, perché segnala un calo del tasso in maggio al 9,7 p0er cento dal 9,9 per cento di aprile, e il presidente Barack Obama l’ha voluto sottolineare: “Le imprese americane sono tornate ad assumere: i dati mostrano una crescita dei posti di lavoro nel settore privato”, ha detto.
Ma i dati del ministero del Lavoro attestano che in questo mese sono stati creati 431mila nuovi impieghi, ben al di sotto dei 540mila previsti.
“Questi ultimi dati non rappresentano una crescita del settore privato, e non ci allontanano di molto dall’abisso in cui siamo finiti”, ha dichiarato Lawrence Mishel, presidente dell’Istituto di politica Economica.
Sebbene si tratti del maggior numero di nuovi posti creato dal marzo 2000, il dato delude perché gran parte di questi impieghi, 411mila, sono di natura temporanea e legati alle assunzioni del governo per il censimento nazionale.