MILANO – La Borsa di Milano chiude la giornata di trattative del 12 febbraio in rialzo del 4,7% dopo giorni di rosso. Bene anche le borse di Francoforte, a più 2,45%, Parigi su del 2,52%, mentre Londra recupera il 3,08%. Chiusura in positivo anche per Wall Street con il Dow Jones che sale dell’1,5% come l’S&P 500, mentre il Nasdaq avanza dell’1,3%. Un rimbalzo delle borse che si deve al petrolio, col greggio che scatta a più 10% con il Wti in area 28,5 dollari e il Brent a 32 dollari al barile.
Raffaele Ricciardi su Repubblica.it scrive che dopo una giornata costata ai mercati europei 242 miliardi di capitalizzazione, il prezzo del petrolio al barile ha provocato un rimbalzo che ha portato tutte le borse in positivo, tranne che le borse orientali con Tokyo che ha perso il 4,84%:
“La speculazione è in azione, alimentata dalle parole del ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti, che ha chiesto coordinamento nel cartello per dei produttori per stabilizzare i mercati. Ma si tratta anche di movimenti tecnici, se si considera che da inizio anno il bilancio del barile è in perdita di quasi un terzo. La sensazione, tra gli operatori, è che un convinto rimbalzo dei corsi petroliferi sia ancora lontano.
La pesantezza del clima internazionale dei mercati si è invece fatta sentire sulla Borsa di Tokyo, che ha perso stamane il 4,84% scendendo per la prima volta da ottobre 2014 sotto la soglia psicologica dei 15mila punti. Il bilancio settimanale è drastico: -11%, con l’apprezzamento dello yen (acquistato dagli investitori perché bene rifugio e nonostante le politiche ultra-espansive della Banca centrale giapponese) a penalizzare le aziende esportatrici del Sol Levante.
Resta la grande incertezza sulle prossime mosse della Fed, che soltanto a dicembre ha alzato i tassi, ma ora – come ha riconosciuto la stessa presidente, Janet Yellen – apre alla possibilità di scendere in negativo. Oggi il presidente della Fed di New York, William Dudley, ha frenato: “E’ estremamente prematuro”, parlare di tassi sotto zero, anche se l’economia americana “ha perso un po’ di slancio”. Come ha avuto modo di rimarcare il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, al termine dell’Ecofin odierno, la “percezione diffusa” fra i ministri delle Finanze europei è quella che “stiamo vivendo una fase di instabilità”, che “riflette proprio le incertezze sulle prospettive di crescita”.
Tra i singoli titoli di Piazza Affari acquisti su Unipol, che ha chiuso il 2015 con utile in crescita a 579 milioni e cedola migliorata a 18 cent. Si tirano le somme sull’aumento di capitale di Saipem: la società ha raccolto poco più di 3 miliardi di euro, l’inoptato ha superato il 12% dell’offerta e il titolo scende ancora.Sospesa in asta di volatilità Mps, che presenta pesanti ribassi. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, torna a difendere il sistema bancario italiano: “Noi non siamo più l’epicentro della crisi”, dice a Radio Anch’io. “L’Italia non è nell’occhio del ciclone”.