Caltagirone: “Il gioco della Germania? Vuole Eni, Enel e altre”
ROMA, 22 GIU – Alla Germania ''non interessa un'Italia riformata ne' un'Italia fuori dall'euro. Ci preferisce sospesi sull'orlo del burrone. Il giochino l'abbiamo capito: siccome privatizzando la stazione di Gallarate incasseremo poco, ci chiederanno Eni, Enel e le altre grandi aziende pubbliche''. Così in una lunga intervista al Corriere della Sera l'imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, sottolineando anche che a suo avviso ''è bene che il governo duri fino al 2013.
E ancora: ''L'Italia si e' data un esecutivo tecnico per fronteggiare la crisi con provvedimenti impopolari. Ma per tutti i partiti, tranne il Pdl, il governo Monti e' stato anche il modo per sostituire Berlusconi. Il premier ha avuto 3-4 mesi di grazia, ma invece di presentare un pacchetto globale che scontentasse subito tutti, ha seguito la politica del carciofo''.
Se e' in grado di governare. Diversamente, il Paese non puo' restare 10 mesi nel limbo''. Il decreto per la crescita, aggiunge, e' fatto di ''misure giuste'' ma di ''risorse insufficienti''. I partiti sono invece ''costretti a essere responsabili se vogliono salvare se stessi. L'intera classe dirigente pubblica, di cui i partiti sono la punta visibile, ha perso ogni credibilita': aveva costruito il consenso sulla spesa e ora non ha piu' denaro da distribuire. E cosi' fiorisce Grillo, un nuovo Masaniello''. ''L'Italia – spiega Caltagirone – potra' restare nella moneta unica e onorare i suoi impegni di debitore, com'e' auspicabile, solo se si allentano i vincoli della Merkel''.
L'imprenditore interviene anche sugli investimenti in Generali, di cui e' vicepresidente, e in particolare sulla sfiducia a Giovanni Perissinotto da ceo group. ''Il consiglio avvertiva l'urgenza di un cambio di passo – spiega -, non l'avrebbe rinnovato nel 2013''. ''Potendo ingaggiare adesso un manager di livello come Greco, non avrebbe avuto senso lasciare le Generali in stand by per 8-9 mesi''.
