Cambi. L’euro in frenata dopo il taglio del rating del Portogallo. La Cina alza i tassi

Pubblicato il 5 Aprile 2011 - 17:07 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’euro frena, appesantito dal taglio del rating del Portogallo deciso da Moody’s e anche dalle parole del presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, che hanno alimentato le speculazioni su una possibile stretta monetaria prima di quanto previsto finora.

La moneta europea ha oscillato per quasi l’intera seduta europea sui minimi di giornata attorno a 1,4160 dollari, da 1,4221 degli ultimi scambi di ieri a New York, per poi riuscire a recuperare a 1,4190 dollari dopo il dato Usa deludente sull’indice Ism per il comparto dei servizi. Il focus del mercato e’ su tassi di interesse e rischio inflazione e proprio oggi la Cina ha nuovamente varato una stretta per contrastare la corsa dei prezzi al consumo e scongiurare il pericolo di bolle speculative.

Pechino ha aumentato di un quarto di punto il tasso sui depositi e quello sui prestiti a un anno e con tutta probabilità anche la Bce – nella riunione del board di giovedì – deciderà di innalzare il costo del denaro per la prima volta da luglio 2008. Nell’attesa, il mercato ora guarda alla pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione di politica monetaria della Fed (20.00 ora italiana) da cui potrebbero emergere indizi piu’ chiari sull’orientamento dei banchieri centrali americani. Soprattutto dopo che Bernanke ha fatto capire di essere pronto ad intervenire sui tassi di interesse se il rialzo del costo delle materie prime dovesse essere prolungato. Per ora, il governatore della Fed prevede che la crescita dell’inflazione negli Usa sara’ ”transitoria” e le aspettative di inflazione ”rimangono stabili e ben ancorate”.

Ma la Federal Reserve deve monitorarne la dinamica con ”estrema attenzione” – ha avvertito Bernanke durante una conferenza della notte scorsa a Stone Mountain in Georgia – e qualora l’aumento del costo delle materie prime non fosse un fenomeno temporaneo ”dovremmo certamente intervenire per garantire la stabilità dei prezzi”.