Camera. 300 pensionati d’oro davvero no al contributo che nessuno vuol pagare
Pubblicato il 17 Ottobre 2014 - 13:21 OLTRE 6 MESI FA
ROMA – Camera. 300 pensionati d’oro davvero ribelli al contributo che pagano tutti. 300 ex dipendenti della Camera hanno fatto ricorso all’amministrazione di Montecitorio perché non vogliono pagare il contributo di solidarietà che si applica a tutte le pensioni dei dipendenti pubblici di una certa consistenza. Pensioni d’oro si usa dire: quelle dei 300 viaggiano tutte tra i 150 e i 300mila euro. Il contributo, a salire quanto più sale l’importo, decurta del 6% le pensioni dai 7 mila fino a 10 mila euro al mese, del 12% per quelle fino a 14.800 euro al mese e del 18% per quelle superiori a questa cifra.
Dal momento che il Parlamento, secondo il principio dell’autodichia, si governa da solo, il ricorso contro il contributo è stato presentato all’organo di disciplina interno alla Camera. I “ribelli” non ci stanno e contro la legge prevista dalla legge di stabilità per il 2014 richiamano la sentenza della Corte Costituzionale per contestarne la legittimità. Chiedono quindi “l’annullamento degli atti amministrativi che hanno decurtato le loro spettanze, la declaratoria dell’illegittimità costituzionale della delibera dell’Ufficio di presidenza, la restituzione delle somme trattenute”.
L’ammutinamento dei ribelli sembra aggiungere ingiustizia a ingiustizia. Non è proprio pacifico che, siccome lo Stato ha bisogno di soldi, discrimini tra ricchi pensionati e ricchi non pensionati, fra pubblico e privato. E’ sgradevole che i dipendenti della Camera tengano a far valere un privilegio che, ove fosse accolta la richiesta (dalla Camera dicono che è infondata), li renderebbe diversi da tutti gli altri, figli di un dio minore.
Carmelo Lopapa su Repubblica, infine, quando parla di “decurtazioni minime” sembra denunciare la sindrome da braccino corto dei ribelli della Camera. Provate a toccare un euro ai giornalisti di Repubblica o uno solo dei loro diritti acquisiti.