Casa/ Paolo Righi (Fiaip): la cedolare secca un bene per tutti. Ma ci vuole un nuovo piano Fanfani – Ina

Pubblicato il 17 Novembre 2010 - 08:37 OLTRE 6 MESI FA

Il mercato immobiliare attende una virata che potrebbe arrivare con l’entrata in vigore, il 1 gennaio 2011, della cosiddetta “cedolare secca”, la tassa unica per i proprietari delle case, da applicare sul canone di locazione.

A dirsi fiducioso è il presidente di Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) Paolo Righi: «Con l’attuale legge sugli affitti i redditi di locazione vengono assommati a quelli comuni, per cui uno stesso appartamento può generare rendite diverse in base al cumulo dei redditi del proprietario. Si assiste pertanto al paradosso di appartamenti in affitto a prezzi molto diversi anche all’interno del medesimo palazzo. Applicando la tassa fissa al 20% si avrà il vantaggio di poter calcolare sempre una rendita certa». Lo sconto più consistente riguarderà i proprietari con i redditi più alti, che ad oggi pagano una aliquota media del 30,4%.

A partire dal prossimo anno il cambiamento potrebbe coinvolgere, oltre a quello degli affitti, anche il settore degli acquisti di immobili. «I piccoli investitori potranno tornare ad acquistare allo scopo di affittare, incrementando il giro d’affari del mercato immobiliare» spiega Righi.

Fiaip ha proposto al governo il ripristino di INA-Casa, il piano di intervento (noto anche come “piano Fanfani”, dal nome dell’allora ministro Amintore Fanfani) con cui nel secondo dopoguerra lo Stato italiano si impegnò nella realizzazione di edilizia pubblica con i fondi gestiti da un’organizzazione dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni.

«Invece della costruzione di immobili al fine di vendere – aggiunge Righi – chiediamo che si ritorni alla costruzione finalizzata all’affitto di appartamenti a prezzi contenuti, con la possibilità per le famiglie di riscattarne la proprietà a 30/40 anni. Si otterrebbe un percorso simile a quanto avveniva non più di quindici anni fa: le giovani coppie passerebbero gradualmente dalla locazione della casa all’acquisto, dopo aver accumulato per anni i propri risparmi».

La norma dovrebbe anche favorire l’emersione degli affitti in nero, perché prevede da una parte la possibilità di regolarizzare la propria posizione entro il 31 dicembre e dall’altra maxisanzioni per chi, a partire dal prossimo anno, verrà trovato a percepire il canone di locazione senza pagare la tassa.

Con l’introduzione della nuova legge verranno meno fra i 600 milioni e il miliardo di gettito fiscale, soltanto in parte recuperabili con l’emersione dal nero. «Nonostante prevediamo la stabilizzazione di una certa regolarità nel settore delle localizzazioni – conclude Righi – rimane un dubbio riguardo al ruolo delle amministrazioni comunali: dal fatto che la norma sia accompagnata dal federalismo fiscale, si teme che l’eventuale innalzamento della tassa comunale sugli immobili possa diluire o in alcuni casi vanificare gli effetti della cedolare secca».