Cgia Mestre: “Subito nuovo governo per scongiurare 14,7 mln di tasse in più”
VENEZIA – “Fate subito un nuovo governo per scongiurare 14,7 milioni di tasse in più”: il monito della Cgia di Mestre giunge a quasi un anno e mezzo da quel “Fate Presto” di Roberto Napoletano sul Sole24Ore, che a sua volta aveva “rubato” le parole al Mattino di Napoli, quando all’indomani del terremoto dell’Irpinia titolava così a caratteri cubitali. Le circostanze sono diverse, ma l’urgenza è la stessa e le macerie di oggi sono i risparmi prosciugati delle famiglie e la sofferenza delle piccole e medie imprese, messe in ginocchio dalla crisi.
Il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, in una nota osserva: “In campagna elettorale non erano forse tutti d’accordo per abbassare le tasse ed aiutare le piccole imprese? Perché, allora, non si trova un accordo su queste priorità e si dà vita ad un Esecutivo che affronti questi problemi per ridare un po’ di speranza al Paese?”. Bortolussi sottolinea l’urgenza di superare la situazione di stallo venutasi a creare dopo il risultato elettorale, ricordando che mai come in questo momento è necessario approvare delle misure legislative che sterilizzino gli aumenti fiscali boom previsti per l’anno in corso.
Le previsioni sono “drammatiche”. “Quest’anno – prosegue Bortolussi – la pressione fiscale toccherà il 45,1% sul Pil. Un record che in passato mai avevamo raggiunto. In termini assoluti gli italiani pagheranno 14,7 miliardi di euro di tasse e contributi previdenziali in più rispetto al 2012. Per ciascuna famiglia italiana l’aggravio medio di imposta sarà pari a 585 euro: una vera e propria stangata”.
E’ evidente che con una crisi economica e una pressione fiscale di queste dimensioni i partiti non possono rimanere alla finestra. Bisogna formare un Governo e intervenire per scongiurare l’aumento dell’Iva e l’impatto della Tares previsto a luglio, il ritocco all’insù dell’Imu sui capannoni, lo sblocco di una buona parte degli 80/90 miliardi di euro che le imprese avanzano dallo Stato. Se ciò non avverrà, l’aggravio fiscale aggraverà ulteriormente la crisi e, con essa, favorirà la crescita del numero dei senza lavoro.