Cgil a Fornero: “Ok al confronto ma non toccare art.18”

Pubblicato il 18 Dicembre 2011 - 18:28 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 18 DIC – Sì al confronto ma ”se tutte le volte si parla dell’art.18 non e’ un merito condivisibile”. Il segretario confederale Fulvio Fammoni spiega cosi’ la posizione della Cgil dopo l’invito al confronto del ministro Fornero. L’articolo 18, dice, ”era l’ossessione del precedente ministro del Lavoro che ha impedito qualsiasi vera riforma”.

”E’ evidente che non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare all’articolo 18 che consideriamo una norma di assoluta modernita’ mentre invece vorremmo discutere davvero e non per slogan di lotta alla precarieta”’, dice Fammoni, che nella Cgil ha la delega sul mercato del lavoro. E che all’invito del misistro Elsa Fornero, in una intervista oggi sul Corriere della Sera, risponde: ”La Cgil fa sempre discussioni intellettualmente aperte ma nessuno puo’ chiedere che il merito non sia dirimente. Se tutte le volte si parla dell’articolo 18 e’ chiara la direzione verso cui si vuole andare e non e’ un merito condivisibile”.

Inoltre, sottolinea il dirigente sindacale, ”un governo tecnico che propone misure per il futuro che disegnano un nuovo modello sociale dovrebbe riflettere se questo e’ il suo vero compito visto che non è legittimato dal voto die cittadini e credo neanche alla maggioranza”.    L’articolo 18? ”Era l’ossessione del precedente ministro del Lavoro che ha impedito qualsiasi vera riforma a partire da quella degli ammortizzatori sociali. Non possiamo trovarci nella stessa situazione”.

Oggi, aggiunge Fammoni, il Governo ”potrebbe e dovrebbe fare una cosa utile ed urgente: discutere di riforma degli ammortizzatori sociali, estendendo la tutela a tutti quelli che ne sono privi, e soprattutto parlare di interventi urgenti per il 2012, anno in cui la recessione fara’ perdere altre centinaia di migliaia di posti di Lavoro, altro che liberta’ di licenziamento”.

Mentre la Cgil ”reputa inconcepibile che sparisca dalla discussione l’intervento per far emergere il lavoro nero e irregolare, non ne parla piu’ nessuno ed e’ un fenomeno che riguarda oltre tre milioni di persone”.