Chrysler rimborsa gli Usa

Pubblicato il 29 Aprile 2011 - 15:37 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK – Chrysler si prepara a svincolarsi dai governi americano e canadesi: a quasi due anni dalla bancarotta, la casa automobilistica restituirà al Tesoro americano e ai governi del Canada e dell’Ontario i 7,5 miliardi di dollari ricevuti.

Un’operazione che si chiuderà entro il 30 giugno e che porterà la Fiat al 46% di Chrysler: la ristrutturazione del debito con un finanziamento dalle banche e con l’emissione di bond a investitori istituzionali avverrà simultaneamente con l’aumento della quota del Lingotto dall’attuale 30% al 46%, accelerando probabilmente la fusione delle due società rispetto alla tabella di marcia. “E’ un grande risultato. Migliorerà la percezione dei consumatori sul gruppo” afferma l’amministratore delegato di Fiat e Chrysler Sergio Marchionne, che ha ricevuto il segretario al Tesoro Timothy Geithner nell’impianto di Jefferson North, dove viene prodotta la Jeep Grand Cherokee.

“Nessuno si sarebbe aspettato due anni fa che saremmo arrivati a questo punto” commenta Geithner in merito alla volontà di Chrysler di raccogliere i fondi necessari per rimborsare il governo. Chrysler “dimostra il successo della strategia del presidente Obama e l’abilità e la dedizione dei dipendenti di Chrylser”. La casa automobilistica americana è in trattative per rifinanziare il proprio debito con, secondo indiscrezioni, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Citigroup e Bank of America. Chrysler ha avuti anche con le agenzie di rating Standard & Poor’s e Moody’s – riporta il Detroit News – per ottenere la valutazione essenziale per la ristrutturazione del debito. Con il rimborso dei prestiti, Chrysler risparmierà in interessi circa 500 milioni di dollari l’anno. “Gli interessi sui nuovi prestiti faranno una differenza tangibile sui profitti” osserva Marchionne. la restituzione dei fondi potrebbe agevolare anche il versamento da parte del Dipartimento dell’Energia di un prestito a tassi agevolati da 3,5 miliardi di dollari da parte del Dipartimento dell’Energia. L’obiettivo ultimo è rendere Fiat e Chrysler un’azienda globale” aggiunge Marchionne.

“Tutte le opzioni sono aperte” sui tempi della fusione con Chrysler, ha detto John Elkann, presidente e amministratore delegato di Exor, sottolineando che con l’acquisizione del 51% di Chrysler la finanziaria del Gruppo Agnelli “diventerà azionista di una realtà che sarà il doppio di quella attuale, come produzione e nuovi prodotti”. Del nuovo gruppo Fiat-Chrysler, Exor resterà “sicuramente primo azionista”: un’eventuale diluizione della quota, “sarà valutata”, aggiunge Elkann durante l’assemblea degli azionisti di Exor, mettendo in evidenza come “la testa” del gruppo “sarà a Torino, come a Detroit e a Belo Horizonte. Organizzazioni complesse come la Fiat hanno per natura più teste. L’importante é che queste teste riescano a lavorare bene, una con l’altra”. Elkann traccia, nella sua prima assemblea di Exor da quando ricopre sia la carica di presidente che di amministratore delegato, un bilancio positivo per la Fiat nel 2010.

“Siamo riusciti a fare lo spin off, a ottenere una forte inversione dei risultati e una riduzione del debito, a portare avanti in Italia una trattativa sui contratti di lavoro”, spiega agli azionisti. “Exor è presente prevalentemente in Europa e negli Stati Uniti ma vogliamo rafforzare la nostra presenza anche nei mercati emergenti. Abbiamo e vogliamo mantenere una solidità patrimoniale”.