Cina taglia il costo del denaro. Preoccupata dalla sua economia e da quella Usa

Pubblicato il 7 Giugno 2012 - 18:04 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 7 GIU – La Banca popolare della Cina ha tagliato i tassi d’interesse a un anno di un quarto di punto. Si tratta della prima volta che la Repubblica Popolare Cinese taglia il costo del denaro dal 2008. La Banca Popolare Cinese taglierà il tasso per i prestiti a un anno al 6,31% dal 6,56%, e quelli sempre a un anno sui depositi al 3,25% dal 3,50%.

La mossa, spiega sul Sole 24 Ore, Vittorio Da Rold, risponde a due timori dei cinesi. Da un lato ci sono chiari segnali di frenata dell’economia del Paese, dall’altro preoccupa il dato sulla disoccupazione negli Stati Uniti.

La stima per la crescita della Cina nel 2012-2013 è infatti dell’8% ed è previsto anche un forte calo dell’inflazione. Dati che, spiega il Sole, preoccupano anche se non più di tanto. Diverso il discorso per quanto riguarda l’economia Usa. Spiega Da Rold che il taglio del costo del denaro è “un segnale evidente di come la dirigenza del partito comunista cinese sia fortemente preoccupata dall’aumento della disoccupazione americana, della situazione della crisi europea nei suoi due focolai (banche spagnole e voto greco del 17 giugno) e del rallentamento dei Brics (oltre a Cina, quindi, Brasile, Russia, India e Sudafrica), che ora si sentono presi nella morsa di due crisi transatlantiche (e dalle diverse ricette per affrontarla) che potrebbero far male alle loro economie fortemente dipendenti dai mercati europei e americani”.