Alzare i tassi d’interesse e bloccare le immatricolazioni delle auto: sono queste le due mosse che il governo cinese ha deciso di mettere in atto per frenare il rialzo dei prezzi. La prima azione è stata annunciata il giorno di Natale: il costo del denaro è stato innalzato di un quarto di punto percentuale: il tasso sui prestiti è ora arrivato al 5,81%, quello sui depositi ha raggiunto quota 2,75%.
Successivamente il governo di Pechino ha bloccato le immatricolazioni di auto nuove: i titoli del settore hanno subito forte flessioni (Bmw -6,4%, Volkswagen -5,76%) per il timore di minori vendite sul mercato.
Ben più contenuta era stata la reazione dei mercati alla stretta sui tassi: se si esclude la Borsa di Shanghai, che ha perso quasi il 2%, gli altri listini hanno limitato le perdite (Milano -1,25%) e Wall Street ha chiuso in lieve rialzo (+0,06%), mentre il petrolio è rimasto intorno a quota 91 dollari.