Usa, scontro democratici-repubblicani. La Cina è terrorizzata da un default e tace

Pubblicato il 25 Luglio 2011 - 10:51 OLTRE 6 MESI FA

Tabellone elettronico che indica l'andamento del debito Usa

PECHINO, CINA – Mentre a Washington la Casa Bianca e i deputati e senatori democratici e repubblicani si stanno azzuffando per trovare un accordo sulla riduzione del deficit e del debito ed evitare l’imminente incubo del default oltrechè la perdita dell’ambito rating AAA, la Cina, pur sapendo di avere molto da perdere con un default degli Stati Uniti, con insolita prudenza per quanto riguarda le sue esternazioni verso di essi, tace.

Pechino e i media pubblici, ”che normalmente non si lasciano sfuggire un’occasione per criticare la politica americana”, si sono chiusi nel silenzio. Le autorita’ si sono limitate a chiedere ”politiche responsabili” senza attacchi decisi. Uno dei motivi – riferisce il Washington Post – e’ la sensibilita’ del governo di essere accusato di aver accumulato troppi asset valuta Usa in quella che i critici chiamano la ”trappola del dollaro”.

Il silenzio di Pechino dipende anche dal rischio che una dichiarazione forte possa avere un impatto contrario con l’incertezza nelle negoziazioni a Washington e il sospetto fra i membri del Congresso sulle intenzioni cinesi. ”Non c’e’ dubbio che siano molto preoccupati sulla gestione e sulle implicazioni per l’economia americana e il valore del dollaro di un eventuale default”, afferma Kenneth Lieberthal, esperto della Cina del Brookings Institute. ”Non vogliono pubblicizzare la loro vulnerabilita”’ aggiunge Nicholas Lardy, del Peterson Institute for International Economics.

Ma l’incertezza su una soluzione non ancora alle viste non ha fatto scemare la fame cinese per i titoli di stato americani, visto che a maggio Pechino ha aumentato per il secondo mese consecutivo i titoli a 1.600 miliardi di dollari.

Il tacito comportamento dei media cinesi si spiega. I direttori e i giornalisti ricevono direttive regolari dallo State Council Information Office e dal Dipartimento della propaganda del partito comunista su come affrontare certi argomenti, nella fattispecie lo scontro a Washington tra democratici e repubblicani.

Lo stallo nei negoziati sul debito a Washington ha spinto al ribasso le borse asiatiche con nuovi timori su un default della prima economia mondiale e sulla tenuta del rating massimo AAA tradizionalmente assegnato dalle agenzie di valutazione internazionale agli Stati Uniti. Ad aggiungere incertezza e’ intervenuto nel weekend anche il ministro del Tesoro Usa Tim Geithner, secondo il quale e’ ”possibile” che il Pil statunitense veda un rallentamento nel secondo trimestre rispetto al primo.

I cali piu’ decisi penalizzano Tokyo e soprattutto Shanghai che viaggia attualmente in calo del 2,33%. L’agenzia Moody’s intanto ha tagliato ancora il rating sul debito della Grecia, ormai ad un passo dal default.