Commercio, + 57mila occupati: ripresa trainata da imprenditori stranieri

Pubblicato il 7 Febbraio 2015 - 10:53 OLTRE 6 MESI FA
Commercio, + 57mila occupati: ripresa trainata da imprenditori stranieri

Commercio, + 57mila occupati: ripresa trainata da imprenditori stranieri

ROMA – Il commercio reagisce alla crisi e nella seconda parte 2014 inizia a cogliere i primi segnali di ripresa. Secondo le stime di Confesercenti, nel secondo semestre scorso il settore del commercio ha registrato un aumento di oltre 57mila occupati. Di questi, 31mila hanno trovato posto in un’attività gestita da imprenditori stranieri, protagonisti di un vero e proprio boom: le imprese guidate da un cittadino extracomunitario nel 2014 sono oltre quota 136mila.

Nel solo commercio ambulante, gli imprenditori stranieri arrivano a costituire la metà del totale. Complessivamente – rileva la Confesercenti – nel 2014 il commercio vede rallentare le chiusure di attività, mentre alcuni comparti registrano il ritorno alla crescita del numero di imprese: il commercio ambulante (+5.455 imprese) e commercio al dettaglio in sede fissa di prodotti moda (+7.019), alimentari (+580) e informatica (+314). Continua invece la crisi del dettaglio fisso di prodotti alimentari non specializzati (-6.238) e delle edicole (-824). “La fase peggiore della crisi del commercio – spiega Massimo Vivoli, vice presidente vicario Confesercenti – parrebbe essere superata. Nel 2014 si scorgono segnali positivi e il 2015 potrebbe finalmente essere l’anno della ripresa.  Si tratta però di una ripresa ancora da consolidare: serve una politica fiscale meno punitiva sui consumi, a partire dalla sterilizzazione del possibile aumento dell’IVA previsto dalla clausola di salvaguardia della legge di Stabilità. Ma servono anche interventi per sbloccare il credito alle imprese e frenare la deriva della deflazione, che potrebbe gelare sul nascere la possibile ripresa”.

“Le prospettive future per il settore non sono comunque facili – aggiunge Mauro Bussoni, segretario generale Confesercenti – sopravvivrà solo l’impresa che saprà cogliere i mutamenti del mercato interno e l’influenza dei progressi tecnologici sui nostri settori. Gli imprenditori però, dovranno avere requisiti culturali e conoscitivi di cui oggi, la stragrande maggioranza non dispone”. Oltre a garantire un maggior sostegno alla formazione imprenditoriale, occorre fare leva – conclude Bussoni – sulla qualità del servizio e sull’innovazione per resistere ad un mercato sempre più difficile: il 50% delle imprese del commercio nate nel 2010 ha chiuso dopo 4 anni, contro il 30% di chiusure del totale della nostra economia.