Commercio estero, giù l’export soprattutto verso Germania e Cina

Pubblicato il 17 Novembre 2012 - 12:28 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’export, il volano dell’Italia, ancora di salvezza nella crisi, a settembre lancia segnali di debolezza, registrando il ribasso più forte da circa tre anni, ovvero dal dicembre del 2009. Le vendite all’estero, infatti, calcola l’Istat, scendono del 4,2% rispetto a settembre del 2011 e del 2% nell’arco di un solo mese. Una battuta d’arresto, dopo un agosto positivo, che sconta le forti riduzioni dei flussi verso Cina (-18,8%) e Germania (-10,3%), con perdite diffuse in tutti i settori, anche nei comparti tipici del Made in Italy come tessile e abbigliamento (-7,7%).

Ma ad arretrare ancora di più sono le importazioni, segno di una domanda interna che langue. Sempre a settembre gli acquisti fuori confine risultano in ribasso del 4,2% rispetto al mese precedente e del 10,6% a confronto con lo scorso anno. Particolarmente forte è la flessione dell’import per gli autoveicoli (-44,9%). Importazioni più depresse delle esportazioni consentono alla bilancia commerciale di essere in avanzo a settembre per oltre 400 milioni di euro. Un saldo positivo che diventa addirittura pari a 4,1 miliardi se si considerano i primi nove mesi dell’anno.

Surplus che secondo Assocamerestero, l’associazione delle camere di commercio all’estero, ”compensa per circa un quarto la flessione dei consumi delle famiglie”. L’avanzo non rasserena invece i consumatori, che con il Codacons lamentano come ora, dopo l’indebolimento dell’export, ”scemano definitivamente le speranze di una ripresa”. A riguardo il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, commentando i negativi dati sia dell’export sia del Pil, sottolinea: ‘‘Per una vera ripresa dobbiamo ormai focalizzarci sul 2015”.

Mentre Federalimentari e le associazioni degli agricoltori esprimono soddisfazione visto l’andamento positivo del loro settore. Coldiretti fa notare la crescita del 5,4% delle spedizioni di prodotti agricoli e dell’1,1% di quelle di alimentari-bevande, rialzi per un valore ”di 2,731 miliardi, superiore a quello delle auto in calo del 3,7% su base annua”. Sulla stessa linea la Confederazione italiana agricoltori.