Condono: via quello sui guadagni nascosti. E anche no: art. 1 e 2 del Decreto…

di Lucio Fero
Pubblicato il 19 Novembre 2018 - 10:33 OLTRE 6 MESI FA
Condono: via quello sui guadagni nascosti. E anche no: art. 1 e 2 del Decreto...

Condono: via quello sui guadagni nascosti. E anche no: art. 1 e 2 del Decreto…

ROMA – Condono fiscale: sparito nei giorni scorsi dopo apposita decisione del Consiglio dei ministri quello sui guadagni nascosti al fisco. C’era e poi il governo ha scelto di cancellarlo. Notizia vera, ufficiale. Ma notizia non del tutto completa. Perché negli articoli 1 e 2 del Decreto…

Il condono sui guadagni e redditi nascosti al Fisco funzionava così: ci si poteva ricordare di non aver denunciato al Fisco fino al 30 per cento di quello che era stato dichiarato. Denuncia dei redditi da 100 mila euro dichiarati? Il condono consentiva di ricordarsi di 30 mila euro non dichiarati, quindi nascosti, quindi evasi. Su questi 30 mila euro evasi, nascosti, occultati si pagava il 20 per cento di tasse e pace. Insomma l’evasore otteneva a norma di legge robusto sconto. L’evasione veniva di fatto premiata in termini di aliquote.

E ci si poteva ricordare non solo di spiccioli, la memoria poteva tornare fino a 100 mila euro l’anno di guadagni e redditi nascosti. Centomila l’anno per cinque anni. Insomma un contribuente particolarmente smemorato poteva ricordarsi fino a 500 mila euro di guadagni e redditi nascosti ed evasi. Pagava 100 mila in comode rate invece dei duecentomila e passa che avrebbe dovuto pagare se non avesse nascosto, dimenticato, evaso.

Fino a che le cose stavano così, e così stavano nella prima stesura del Decreto, Conte, Salvini e Di Maio quando dicevano il condono fosse solo a vantaggio dei “contribuenti onesti” non dicevano la verità. Dicevano Conte, Salvini e Di Maio: aiutiamo solo coloro che, avendo onestamente dichiarato, poi non ce l’hanno fatta a pagare le tasse sul dichiarato. Non era vero, il condono favoriva e non poco anche chi tanto onesto nella dichiarazione redditi non era stato, anzi.

Ora che il condono sui guadagni nascosti è stato cancellato, ora che la cosiddetta “dichiarazione integrativa” è stata cancellata, ora Conte, Salvini e Di Maio dicono la verità. Ma non è tutta, proprio tutta la verità.

Nel Decreto così come è ora negli articoli 1 e 2 si “regolarizzano i processi verbali consegnati dalla Guardia di Finanza e gli avvisi di accertamento di Agenzia delle Entrate”. Si regolarizzano, cioè si condonano, contenziosi e pendenze fiscali che per definizione hanno come oggetto somme che sono contestate al contribuente proprio in quanto non dichiarate.

Certo, non è la stessa cosa del condono pieno della prima stesura dopo la cancellazione. Quello condonava appunto le somme non dichiarate di cui il Fisco nulla sapeva e nulla sospettava. Ora il Decreto consente la regolarizzazione delle somme eventualmente nascoste di cui il Fisco sospetta l’occultamento. Insomma prima era condono per tutti. Adesso è condono solo per quelli in qualche modo già “beccati” dal Fisco.

Questo ad onore del vero, a volerla dire tutta la verità. Verità è comunque che la scelta del governo di rinunciare, cancellare, cassare il condono generale sulle somme non dichiarate è stato un atto di dignità del governo. E come tale va segnalato. E tale resta, anche se immiserita la scelta dall’argomento che il governo ha lasciato trapelare come motivazione della cancellazione. L’argomento è stato: dava pochi soldi. E comunque più grane che soldi.

Come che sia, condono: via quello su guadagni e redditi nascosti al Fisco. Buona cosa, buona scelta. Ok governo. Ma quelle righe, quella regolarizzazione negli Art 1 e 2 del Decreto…Forse se ne sono dimenticati, lo stesso tipo di dimenticanza di quelli che si dimenticano di dichiarare qualcosa al Fisco?