Confindustria, ripresa confermata. Ma solo dalla seconda metà del 2013

Pubblicato il 20 Febbraio 2013 - 19:34| Aggiornato il 20 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – I segnali di ripresa ci sono e si confermano. Anche se, almeno per il momento, più che l’Italia e l’Eurozona riguardano le altre economie. E’ quanto emerge dal bollettino mensile di febbraio di Confindustria, congiuntura flash. Il bollettino, in sostanza, conferma la tendenza di gennaio, con chiari segnali di ripresa che però, almeno per quanto riguarda l’Italia,  sono destinati a manifestarsi solo nella seconda metà del 2013.

“L’economia globale – scrive Confindustria – sta riprendendo slancio, trainata da tutti i maggiori emergenti e dagli Stati Uniti. In Cina e Russia l’attività è tornata in piena espansione, mentre più altalenanti sono i dati di Brasile e India. In USA prosegue a ritmo discreto la creazione di posti di lavoro ed è robusta la crescita di terziario e manifatturiero; è ripartito il settore edilizio, tanto da fornire ormai un solido contributo all’incremento occupazionale”.

Bene anche la situazione nell’area dell’Euro:

“Anche nell’Euroarea si registrano segnali incoraggianti a inizio 2013, dopo la netta caduta del PIL nell’ultimo quarto del 2012, con miglioramento della fiducia tra le imprese e i consumatori; tuttavia, la disoccupazione resta in aumento e le dinamiche tendono ulteriormente a divaricarsi, con la Germania ormai ripartita e la Francia invece in recessione ancora più marcata”.

Anche per l’Italia il peggio della crisi sembra alle spalle:

Gli indici anticipatori confermano progressi nei mesi a venire sia nella domanda interna sia nell’attività economica generale, grazie all’andamento del manifatturiero, che beneficia della ripartenza degli ordini dall’estero.

Ma non in tutti i settori la situazione è ottimale:

in difficoltà rimangono sia i servizi sia le costruzioni. Il quadro nel complesso è di estrema debolezza e fragilità: il mercato del lavoro è bruscamente peggiorato sul finire del 2012, con un forte calo di occupati; la fiducia delle famiglie è al minimo storico e gli acquisti ne risentono (nuovo crollo per le auto in gennaio); la redditività delle imprese continua a diminuire; le condizioni per il credito sono divenute ancora più strette, per i timori delle banche riguardo alla solvibilità della clientela, timori che tendono ad autoavverarsi proprio per la riduzione della liquidità. Il rincaro delle materie prime, soprattutto petrolio, crea ulteriori difficoltà. 

A dare segnali  incoraggianti anche se deboli, secondo Confindustria, sarà la produzione industriale:

In gennaio attese di produzione stabili (ISTAT) e minor arretramento dei nuovi ordini manifatturieri (voce PMI in area recessiva a 45,5, da 44,3) puntano per i prossimi mesi a una debole risalita dell’attività industriale, dopo il +0,2% stimato dal CSC per gennaio. Peggiora il quadro nei servizi: il PMI segnala una più forte riduzione di attività (43,9, da 45,6) e un netto calo, ma meno marcato, degli ordini (43,9 da 40,6).

La svolta, rileva Confindustria, è attesa dall’esterno, dagli ordini esteri:

A dicembre le esportazioni italiane in volume sono rimaste stazionarie rispetto a novembre (nella media del 2012 si sono ridotte dello 0,5% rispetto al 2011). La diminuzione delle vendite nei paesi UE (-3,6%) non è stata completamente compensata dall’aumento di quelle nei paesi extra-UE (+3,2%). Prospettive di miglioramento emergono dai giudizi sugli ordini esteri tornati, a gennaio, in zona espansiva (50,6), riavvicinandosi ai livelli già toccati in ottobre (51,6). La composizione geografica, che, rispetto agli altri principali esportatori dell’UEM, ha una quota più bassa verso l’area euro in recessione (43,2%) e una più elevata verso alcune zone ad alto potenziale di crescita (OPEC, altri Europa), favorirà l’export italiano nel 2013, nonostante la penalizzazione del cambio forte.

Il quadro interno, invece, tra auto che crolla e domanda che fatica, è ancora lontano dalla ripresa:

La domanda interna ha accusato un nuovo arretramento a inizio 2013. Le immatricolazioni di auto sono crollate di un altro 8,2% in gennaio su dicembre. Alcuni indicatori qualitativi segnalano però un rimbalzo nei mesi prossimi. Resta elevata l’incertezza. I giudizi degli imprenditori sugli ordini interni di beni di consumo – che anticipano di un trimestre la dinamica della spesa delle famiglie – in gennaio sono saliti rispetto alla media di fine 2012: saldo a -37 da -38 (-40 nel 3° trimestre). La fiducia delle famiglie però è calata a 84,6 (da 85,7), minimo dall’inizio della rilevazione, a causa dei giudizi sul bilancio familiare e di quelli sull’opportunità di acquistare beni durevoli (intorno ai livelli di metà 2008). Il saldo degli ordini interni di beni di investimento è rimasto invariato sulla media del 4° trimestre 2012 (-51), quando era migliorato. La redditività nel manifatturiero è ancora in calo a gennaio (indice PMI a 43,3) ma in misura meno intensa che a fine 2012.