Tremonti presenta il “conto” all’Italia: 25 miliardi in due anni per non scivolare verso la Grecia

Pubblicato il 6 Maggio 2010 - 18:56 OLTRE 6 MESI FA

Non siamo la Grecia ma bisogna stare molto attenti a non diventarlo, una “fatica” che in soldoni costa quasi 25 miliardi in due anni. I conti sono quelli presentati da Tremonti e il “conto” è abbastanza salato, più salato del previsto ancora fino ad ieri. Contrariamente alla Grecia, al Portogallo e ad altri paesi in sospetto di crisi di liquidità, cioè di non avere i soldi per pagare le rate del debito pubblico, l’Italia regge perchè ha un debito pubblico altissimo, il 120 per cento del Pil, cioè della ricchezza prodotta in un anno. Però ha un deficit annuale relativamente basso rispetto al 10 per cento e passa dei paesi in difficoltà. Insomma l’Italia è un grosso debitore che però accumula poco nuovo debito e per questo piazza i suoi titoli di Stato senza pagare troppo in interessi. Quel “poco” di deficit annuale cui bisogna restare ancorati è a quota tre, quattro per cento del Pil. Ma il Pil nel 2010 crescerà solo dello 0,8 per cento e nel 2011 solo dell’uno e quattro per cento. Fino a ieri il governo si attendeva un mezzo punto in più per ogni anno del biennio. Se il Pil si muove lento verso l’alto e la spesa, corrente e per interessi, resta ferma, il deficit sale, sta infatti salendo fino a quota cinque e passa per cento. Per farlo tornare sotto il cinque, quattro per cento, occorre la “manovra”, appunto quei 25 miliardi da non spendere o da trovare per metterli nella cassa pubblica.

Quindi  è’ in arrivo una manovra da 24,8 miliardi di euro in due anni. E’ questo il prezzo da pagare per mantenere in regola i conti dello Stato. L’operazione è pari all’1,6 per cento del nostro Prodotto interno lordo nel biennio 2011-2012. E’ quello che scrive il ministero del Tesoro nella Ruef, la relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica.In termini assoluti l’ammontare delle manovre è pari a 24,8 miliardi calcolando che il Pil 2010 è pari a 1.554,3 miliardi di euro.

Come riuscirà il ministro Tremonti a reperire i fondi ? Si tratta di circa 12 miliardi di euro l’anno. Taglierà dalla Sanità? Qui si è già ipotizzato di spendere un miliardo in meno. Dismissioni di beni pubblici? Nuove tasse? Più facile un nuovo condono fiscale. In attesa della grande riforma del fisco datata 2013 che dovrebbe portare ad un calo della pressione del fisco. Come che sia, Tremonti dovrà inventarsi qualcosa: un “mix” tra il mettere con molta leggerezza “le mani nelle tasche degli italiani”, continuare a tenere a relativa catena la spesa pubblica e vendere qualcosa. Un mix obbligato e obbligatorio, anche se non fatto per soddisfare la voglia di spesa di Berlusconi, gli interventi pubblici chiesti da Bersani, le aspettative dei sindacati.