Coronavirus, Armani converte gli stabilimenti in Italia per produrre camici per i sanitari

di redazione Blitz
Pubblicato il 27 Marzo 2020 - 09:38 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, Armani converte gli stabilimenti in Italia per produrre camici per i sanitari

Coronavirus, Armani (nella foto Ansa) converte gli stabilimenti in Italia per produrre camici per i sanitari

MILANO  –  Era stato uno dei primi esponenti del mondo della moda a fare una donazione consistente alla sanità per l’emergenza coronavirus. E adesso il Gruppo Armani converte i propri stabilimenti produttivi italiani nella produzione di camici monouso destinati alla protezione individuale degli operatori sanitari impegnati a fronteggiare il coronavirus. Proprio come in tempo di guerra. 

Armani segue così Prada, che dal 18 marzo ha avviato, su richiesta della Regione Toscana, la produzione di 80.000 camici e 110.000 mascherine da destinare al personale sanitario della Regione secondo un piano che prevede consegne giornaliere che saranno ultimate entro il 6 aprile. Camici e maschere sono prodotti internamente nell’unico stabilimento del Gruppo – Prada Montone (Perugia) rimasto operativo a questo scopo e da una rete di fornitori esterni sul territorio italiano.

Azione analoga da parte di Bulgari che, dopo aver fatto un’importante donazione all’ospedale Spallanzani per l’acquisto di un nuovo microscopio 3D ad alta definizione indispensabile per la ricerca, ha deciso di produrre insieme al suo storico partner di fragranze, ICR (Industrie Cosmetiche Riunite, Lodi), diverse centinaia di migliaia di flaconi di gel disinfettante per le mani da fornire in via prioritaria a tutte le strutture mediche attraverso il coordinamento del Governo Italiano. La produzione prevede 6000 pezzi al giorno fino ad arrivare ad un totale di 200.000 pezzi in circa due mesi. 

Che il futuro della moda debba cambiare per Giorgio Armani è una certezza: “E’ inevitabile, dovremo trovare soluzioni diverse per raggiungere il consumatore. E il tempo di verifiche e di identificazione di ciò che è veramente necessario e non di dare voce alla necessità di parlare di moda in termini enfatici”. E ciò che è ‘essenziale’ in questo momento per Giorgio Armani, l’uomo più pragmatico della moda, è aiutare gli ospedali.

La prima donazione di 1.250.000 euro fatta nelle scorse settimane era andata a favore della Protezione Civile e degli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele, Istituto dei Tumori di Milano e Spallanzani di Roma. Adesso Armani ha deciso di aumentare il suo contributo anche all’ospedale di Bergamo, a quello di Piacenza e a quello della Versilia, arrivando a due milioni di euro. 

Il suo esempio è stato seguito anche da altri stilisti. Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti Foundation hanno donato un milione di euro per Il Columbus Covid 2 del Gemelli a Roma.

Due milioni sono arrivati da Gucci insieme ad Intesa Sanpaolo e Facebook: un milione per la Protezione Civile Italiana con la creazione di nuovi posti letto in terapia intensiva in via prioritaria, l’altro milione per Solidarity Response Fund della Fondazione delle Nazioni Unite a sostegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità attraverso la campagna di Matchmaking lanciata da Facebook, che a sua volta corrisponderà una cifra pari all’importo complessivo delle donazioni, nell’ambito dell’iniziativa di Matching.

L’iniziativa segue le donazioni precedenti del Gruppo Kering, di cui Gucci fa parte, in Cina, Italia e Francia, e l’annuncio della produzione di oltre 1 milione di maschere e camici per il personale sanitario in risposta all’appello della regione Toscana. (Fonte: Ansa)